Messina, Catania, Enna, Mantova e Cagliari, l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Messina, Monica Marino, su richiesta del Procuratore capo Guido Lo Forte e dei Sostituti Procuratori, Maria Pellegrino, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, ha raggiunto 24 esponenti dell’associazione mafiosa denominata Giostra, ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali e altro, aggravati dalle modalità mafiose.
Sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere:
1. TIBIA Luigi, nato a Messina il 07.06.1974 e ivi residente;
2. SMIRAGLIA Calogero, nato a Messina il 03.03.1973 e ivi residente;
3. MOLONIA Giuseppe, nato a Messina il 17.03.1989, ivi residente;
4. ALOISIO Paolo, nato a Messina il 19.07.1979, ivi residente;
5. LISITANO Teodoro, nato a Messina il 19.09.1970, ivi residente;
6. MISA Vincenzo, , nato a Messina il 17.01.1985, ivi residente;
7. MUSOLINO Antonio, nato a Messina il 24.06.1978, ivi residente;
8. BRUNO Massimo nato a Messina il 24.09.1979, ivi residente;
9. LECCA Roberto, nato a Cagliari il 4.7.1978, residente a Sinnai (Ca);
10. MORGANTE Eduardo detto Aldo, nato a Messina il 09.03.1958, ivi residente;
11. DE LEO Luciano nato a Messina il 05.08.1979, ivi residente,
12. MERCURIO PAOLO, , nato a Messina il 13.02.1993, ivi residente;
13. SCHEPIS Giuseppe, nato a Messina il 25.11.1977, ivi residente;
14. DE LEO Santi, nato a Messina il 22.2.1978, ivi residente;
15. GIGLIARANO Francesco, , nato a Isola Capo Rizzuto (KR) il 05.08.1973, ivi residente;
16. FORESTIERE Francesco, nato a Messina il 06.12.1975, ivi residente;
17. SALVO Carmelo, nato a Messina il 12.02.1973, ivi residente;
18. RASPANTE Carmelo Rosario, Nato a Regalbuto (EN) il 17.02.1960, ivi residente;
19. EPAMINONDA Antonino Agatino, nato a Catania il 25.07.1967, ivi residente;
Sono stati sottoposti agli Arresti domiciliari:
20. CUSCINA’ Maddalena, nata a Messina il 12.06.1977, ivi residente;
21. D’ARRIGO Antonino, nato a Messina il 15.04.1980, ivi residente;
22. GUGLIOTTA Pietro, nato a Messina il 14.12.1961, residente a Patti;
E’ stato sottoposto alla Obbligo di presentazione alla P.G.
23. BONANNO Giovanni, nato a Messina il 17.8.1967, ivi residente.
Uno dei soggetti è irreperibile.
Il provvedimento è frutto della sinergia investigativa, avviata nel 2012 dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, e dal 2013 dai poliziotti della Squadra Mobile che, coordinati dalla DDA di Messina, hanno stabilito l’esistenza di una ramificata struttura criminale, documentandone gli assetti organizzativi di vertice e i ruoli svolti dai singoli associati, sia nella gestione di attività imprenditoriali intestate a prestanome, sia nel settore delle scommesse illecite.
In particolare, l’inchiesta ha accertato come il sodalizio mafioso si avvalesse della complicità di un amministratore giudiziario, l’Avv. Giovanni Bonanno, per continuare a gestire di fatto – attraverso propri uomini di fiducia – due imprese già confiscate nel 2012 (lo stabilimento balneare “Al PILONE” e la società di distribuzione di videopoker e raccolta dei proventi del gioco “EUROGIOCHI”), ma anche delle capacità ‘manageriali’ di un professionista, Antonio D’Arrigo, a cui era affidata la conduzione della discoteca “Glam” e di alcuni stabilimenti balneari (tra cui lo stesso “ Pilone”), tutti riconducibili alla famiglia anche se intestati a soggetti insospettabili.
Per l’accusa, inoltre, alcuni appartenenti al sodalizio (Francesco Forestiere, Carmelo Salvo, Francesco Gigliarano, Agatino Epanimona, Carmelo Raspante e Santi De Leo), servendosi di un network di imprese apparentemente legali ma sprovviste dei requisiti prescritti per operare nel mercato dei giochi on line, raccoglievano le puntate e pagavano in contanti le vincite ai clienti, utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali.
Nel medesimo ambito, l’organizzazione criminale – sempre a detta degli inquirenti – provvedeva a investire nuovamente parte degli introiti nell’acquisto di videopoker, totem e slot-machine, che venivano a loro volta modificati mediante l’installazione di software illegali.
Le investigazioni hanno anche fatto luce sulle modalità con cui Maddalena Cuscinà, moglie del boss Luigi Tibia, e altri due affiliati (Giuseppe Schepis e Luciano De Leo) garantivano il reimpiego dei proventi illeciti derivanti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse clandestine, che venivano reinvestiti in alcune attività di ristorazione e di intrattenimento di cui erano intestatari.
Contestualmente, sono stati sequestrati il campo di calcetto “CASA PIA”; la società di ristorazione “SAPORI DEL MATTINO”; la “TI.DE srl”, che gestisce un lido balneare a Mortelle; un fabbricato adibito a stalla sede della scuderia “BELLAVISTA”; un’AUDI modello “Q7” e le attrezzature collocate all’interno di 22 sale giochi- centri scommesse ubicati nel capoluogo peloritano (tra cui la “BILIARDI SPORT”, “INTERNET POINT MANIA” e la “BETYITALY”), riconducibili agli indagati, del valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.
Dunque, emerge dalle indagini, la famiglia mafiosa è stata in grado di diversificare le proprie attività criminali in diversi settori economici, tra i quali risultano la gestione di stabilimenti balneari, rosticcerie ed una vera e propria catena di punti internet per la raccolta e gestione di scommesse on line illecite.
Le indagini hanno consentito di portare alla luce una pericolosa e strutturata organizzazione criminale, radicata a Giostra ma con forti cointeressenze con altri gruppi criminali della città, che per l’accusa sarebbe stata diretta da Luigi Tibia, nipote del boss detenuto Luigi Galli.
Tibia, nel corso delle indagini, manifestava l’intenzione di acquisire la gestione del lido-piscina insistente nella struttura turistico – balneare “Giardino delle Palme” di Mortelle, per la stagione estiva 2014, posta in liquidazione coatta. Avrebbe anche ottenuto – a detta degli inquirenti – l’appoggio del concorrente esterno Pietro Gugliotta, commissario liquidatore della società cooperativa di navigazione a r.l. Garibaldi, in liquidazione coatta amministrativa, proprietaria di due lidi balneari della struttura alberghiera Grand Hotel Lido – Giardino delle Palme. Tibia avrebbe fatto in modo di ottenerla in affidamento, estromettendo altri imprenditori aspiranti nelle procedure di affidamento, turbando lo svolgimento della gara. Ottenuta la concessione, fu gestita tramite la società TIDE srl, per la stagione estiva.
Pietro Gugliotta è Vice Presidente della Società di Calcio ACR Messina, dall’agosto del 2015.
L’imprenditore Calogero Smiraglia, detto Carlo – sottolinea il gip – “come hanno dimostrato le indagini, ha messo a disposizione dell’associazione mafiosa guidata da TIBIA Luigi, le proprie attività e risorse economiche, anche al fine di consentire il reimpiego di somme di denaro di provenienza delittuosa, compiendo acquisti di beni per attività gestite da Tibia tramite interposta persona, rendendosi disponibile ad assumere il personale segnalato da Tibia, ricevendone protezione da pretese estorsive e rapine, intervenendo in suo favore per l’apertura di conti correnti presso istituti di credito, prestandosi ad effettuare liberatorie, nell’interesse del Tibia, concernenti assegni rilasciati da uno degli indagati, finanziando le scommesse relative alle corse clandestine dei cavalli, prendendo parte ad incontri nei quali si discuteva di occultamento di armi nella disponibilità del clan, partecipando ad iniziative di natura estorsiva attraverso le quali il clan assumeva il controllo di attività economiche delle quali egli beneficiava.”
Inoltre, sul piano probatorio è stato possibile stabilire un diretto rapporto, sinora mai acquisito processualmente, tra l’organizzazione delle corse di cavalli clandestine e la raccolta delle scommesse da parte dell’organizzazione criminale di Giostra. Luigi Tibia e i suoi associati sono anche ritenuti responsabili di aver organizzato ed effettuato, in concorso tra loro, più corse clandestine di cavalli su strade pubbliche, con relative scommesse illecite, senza la necessaria autorizzazione dell’Autorità, eed ancora di avere sottoposto gli equini a fatiche non sopportabili per le loro caratteristiche, con l’aggravante di aver commesso i fatti, in correlazione all’organizzazione ed alla gestione di scommesse clandestine ed avvalendosi del metodo mafioso.
Nel corso delle indagini, è stato arrestato Massimo Bruno: deteneva, per conto di Tibia e di altri associati, tre fucili da caccia( uno con le canne tagliate) e numerose munizioni.
All’esito dell’operazione hanno contribuito la Squadra Mobile di Cagliari e dei Commissariati distaccati di Capo d’Orlando, Patti, Barcellona, Milazzo e Taormina, e del Reparto Prevenzione Crimine di Catania, Carabinieri di Messina Centro, Messina Sud e del Reparto Operativo di Messina.
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