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Operazione Locusta. Le minacce alla vittima: «I soldi prestati sono delle mogli dei detenuti». Non era vero

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minniti francescotriolo giuseppeSono cinque gli arresti effettuati, questa mattina, dagli agenti della Squadra Mobile nei confronti di soggetti accusati, a vario titolo, dei reati di usura e tentata estorsione. A finire in manette: Francesco Minniti, 56 anni, Giuseppe Triolo, 33 anni, Salvatore Anastasi, 61 anni, Giacomo Irrera, 50 anni, Angelo Roberti, 40 anni, tutti messinesi e già noti alle Forze dell’Ordine.

Le indagini della Squadra Mobile, IV sezione-Reati contro il patrimonio, diretta da Rosalba Stramandino, hanno preso le mosse dal tentato suicidio di V.A., artigiano messinese, avvenuto lo scorso agosto. L’uomo era stato ritrovato esanime dentro un furgoncino dopo avere ingerito dei farmaci per togliersi la vita. V. A. era, infatti, finito nelle morsa degli usurai che non avevano esitato a ricorrere a pesanti minacce.  

Tutto era cominciato nel 2009, quando l’artigiano, in difficoltà economiche, aveva chiesto un prestito di 4.000 euro ad Anastasi, che avrebbe dovuto restituire nell’arco di 10 mesi con interessi pari a 1.200 euro al mese. Un somma che si era dunque triplicata e lo aveva costretto, suo malgrado, a ricorrere ad altri usurai, ritrovandosi così risucchiato nella spirale del debito.

Gli arrestati, infatti, avevano preteso dalla vittima il versamento dei ratei con interessi che oscillavano dal 304,48% al 608.33%. A fronte di un prestito di circa 58.000 euro l’artigiano aveva versato, solo a titolo di interessi, circa 55.000 euro. Due degli arrestati avevano anche preteso che V.A. consegnasse loro il certificato di proprietà di un’autovettura come garanzia, e Minniti, per rendere ancora più efficaci le minacce, gli aveva fatto credere che i soldi ricevuti erano stati dati in prestito dalle mogli dei detenuti.

Ma non è finita: gli usurai, estranei tra loro, tranne Triolo e Minniti (genero e suocero), hanno anche preteso che la vittima sottoscrivesse dei moduli Cid relativi a incidenti stradali, facendo così lievitare, come se non bastasse, anche il suo premio assicurativo.

Nel corso dell’attività investigativa, Triolo, dopo un incontro con la vittima, a seguito di un controllo, era già stato denunciato per porto abusivo di arma poiché trovato in possesso di una mazza di legno. Successive perquisizioni hanno permesso agli inquirenti di rinvenire assegni, documentazione varia e 16.000 euro in contanti.

Gli arrestati si trovano ora rinchiusi nel carcere di Gazzi, tranne Roberti per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Intanto, proseguono le indagini della Squadra Mobile per accertare se ci sono eventuali altre vittime del giro di usura. Si è aperta, parallelamente, anche un’indagine sui falsi sinistri che la vittima era costretta a dichiarare, per accertare se risultano denunce a suo nome.

Le misure cautelari sono state siglate dal Gip Antonino Genovese, richieste dal sostituto procuratore Alessia Giorgianni.

Mercoledì 28 aprile cominceranno gli interrogatori, alla presenza degli avvocati Nino Cacìa e Salvatore Silvestro.  

Nelle foto: Francesco Minniti e Giuseppe Triolo

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