Una operazione contro la criminalità economica, portata a termine spulciando tra le carte di una
società, la Demoter, ditta che si occupa di movimento terra e appalti pubblici, cui fa capo l’imprenditore Carlo Borella. La Squadra Mobile di Messina, diretta da Giuseppe Anzalone, ha eseguito le 14 ordinanze di misura cautelare della operazione Buco nero, una bufera che si è abbattuta su ben 5 società- a detta dell’accusa facenti capo alla Demoter.Per gli indagati, le accuse, a vario titolo e in concorso tra loro, sono di “plurime fattispecie di bancarotta fraudolenta”.
Il Gip Maria Teresa Materia, accogliendo la richiesta formulata dai Sostituti Procuratori, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, coordinati dal Procuratore Aggiunto Sebastiano Ardita, ha disposto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per:
Carlo Borella, 52 anni, imprenditore ex Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori edili (A.N.C.E.) di Messina.
Arresti domiciliari, invece, per:
Benito Borella ( padre di carlo), 78 anni; Zelinda Borella ( sorella di carlo), 56 anni, Patrizia Surace, 48 anni; Benedetto Panarello, 52 anni, commercialista,
Gianfranco Cucinotta, 38 anni;Agatino Spadaro, 35 anni; Giuseppe Bottaro, 48 anni.
Sospensione dall’esercizio della professione per Gaetana Patrizia e Luca, 59 anni; Maria Antonietta Chillè, 59 anni; Giuseppe Scandurra, 54 anni; Zaira Giosafatto Zimbè, 43 anni; Sergio Zavaglia, 42 anni; Daniela Lizzio, 39 anni.
E’ stato, inoltre, eseguito Decreto di Sequestro Preventivo delle seguenti società:
HB S.p.A., Messina, via Nuova Panoramica dello Stretto, 1416;
CUBO S.p.A., Villafranca Tirrena, via Antonello da Messina,1;
BRICK s.r.l., Roma, via Cola di Rienzo, n°180;
RCD s.r.l., Messina, viale San Martino, Is.135 n°116:
EPUROXY s.r.l., Messina, Via San Martino, Is.135 n°116.
Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a circa 10 milioni di Euro.
L’operazione Buco nero scaturisce dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile , sfociate in una informativa il 31 ottobre 2012, con la quale venivano denunciate 23 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione del reato di bancarotta fraudolenta.
“Il quadro investigativo raccolto – si legge sull’ordinanza – ha consentito di dimostrare che i componenti dell’importante gruppo imprenditoriale della famiglia Borella hanno posto in essere una vera e propria operazione di depauperamento della più importante società, la DEMOTER s.p.a., operante nel settore degli appalti pubblici, attraversata da vicende processuali di criminalità organizzata, destinandola alla sicura decozione, secondo un preciso e predeterminato disegno criminoso, consistente nella sistematica e progressiva spoliazione dei rami attivi del suo complesso aziendale, collocandoli in nuove società, potendo contare sulla preziosa e proficua collaborazione, di esperti professionisti. Tutto ciò al fine precipuo di mantenere le attività del gruppo, sottraendole al rischio di misure interdittive ed all’aggressione dei creditori.” In pratica, secondo l’accusa,la Demoter, in prossimità del fallimento, avrebbe attuato una serie di distrazioni di somme, tarsferendole ad altre società che fracevano sempre capo a quella di movimento terra. In due anni- a detta degli inquirenti- sarebbero state distratte somme per 20 milioni di euro.
Altro artifizio usato- sempre a detta dell’accusa- sarebbe stata la cessione di passività alle suddete società, che succedeva ad una prima creazione di passività inesistenti.
Il G.I.P. non ha comunque ritenuto sussistente il reato associativo, “pur riconoscendo l’esistenza di un programma criminoso – si legge sempre sullì’ordinanza – finalizzato allo smembramento della società attraverso la creazione di plurime società, e il ricorso ad una serie di accorgimenti materiali e contabili atti ad eludere i controlli, avvalendosi di un efficiente substrato organizzativo di uomini e mezzi”.
Nelle foto: Carlo Borella; Benito Borella; Zelinda Borella; Giuseppe Bottaro; Gianfranco Cucinotta; Benedetto Panarello; Agatino Spadaro; Patrizia Surace
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