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Operazione Biancaneve: le decisioni per i 29 imputati davanti al gup

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tribunale-messina 1In 14 hanno patteggiato, per sette, che hanno scelto il rito ordinario, il Gup ha disposto il rinvio a giudizio, 6 sono stati prosciolti, altri 2 hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato (la loro posizione sarà valutata il 9 dicembre). Sono i 29 imputati del procedimento penale scaturito dalla operazione Biancaneve, che nel giugno scorso, ad opera dei carabinieri, portò alla luce un vasto giro di droga, cocaina e marijuana, attivo nella zona sud. Era stata una madre a fare scattare l’operazione. La donna, allarmata dagli strani atteggiamenti, spesso anche violenti, del figlio ( il ragazzo chiedeva costantemente denaro, rientrava tardi la sera e in generale aveva una vita sregolata) denunciò il giovane temendo fosse finito in un brutto giro.
Dalle indagini, avviate dai Carabinieri di Giampilieri, si scoprì che il ragazzo frequentava Antonino Tavilla, 25 anni, già noto alle forze dell’Ordine per precedenti di spaccio. A seguito di intercettazioni, i militari dell’Arma scoprirono che Tavilla gestiva una vera e propria rete di spacciatori.
Durante gli scambi telefonici, i membri della banda si chiamavano con nomignoli, utilizzando spesso anche quelli dei Sette Nani: da qui e dalla bianca sostanza spacciata (cocaina) è scaturito il nome dell’operazione “Biancaneve”. Base logistica dell’organizzazione era una sala giochi di Santa Margherita, gestita da Antonino Tavilla.
Il gruppo criminale era composto da giovani, anche incensurati e di buona famiglia, che si occupavano di mandare avanti l’attività di spaccio di cocaina e marijuana, coordinati da Tavilla, il quale non portava mai con sé dosi di droga, lasciando correre loro i rischi maggiori. Tavilla cambiava spesso fornitori e schede telefoniche per non essere intercettato.
I collaboratori utilizzavano i proventi della frenetica attività illecita per comprare abiti firmati e trascorrere serate in discoteca. Dalle indagini è scaturito, inoltre, che anche gli assuntori erano tutti giovanissimi, neo maggiorenni e anche minorenni.
Le intercettazioni da parte degli inquirenti hanno consentito di far emergere anche un giro di usura e un caso di estorsione.
L’operazione portò in carcere 18 persone, due ai domiciliari, altri 38 furono indagati. 5 mesi dopo, sono arrivate le decisioni del gup per 21 imputati accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di cocaina e marijuana, spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, usura ed estorsione.

Hanno patteggiato: Antonino Tavilla, 5 anni; Giuseppe Viola, un anno e 4 mesi; Fabio Abate, un anno e 8 mesi (pena sospesa); Andrea Aloisio Oteri, un anno e 8 mesi; Ludovico Spuria, 2 anni (pena sospesa); Angelo Barnà, un anno e 8 mesi (pena sospesa); Nicolas Cannavò, 2 anni (pena sospesa); Cristian De Stefano, un anno e 11 mesi (pena sospesa); Giampiero Bitto, un anno e 11 mesi (pena sospesa); Antonio Micali, un anno e 11 mesi; Giuseppe Pietro Trimarchi, 10 mesi e 4.000 euro di multa; Letizia Maria Barbera, un anno e 2 mesi (pena sospesa); Simona Minutoli, 6 mesi (pena sospesa e non menzione).

Rinvio a giudizio per: Tommaso Mangano, Lavinia Trimarchi, Francesca Melania Billé, Vincenzo Quattrocchi, Antonino Bonaffini, Giulia Minutoli e Pietrina Giamboia. Compariranno davanti ai giudici della prima sezione penale il 19 marzo 2015.

Sono stati prosciolti: Antonino Giuseppe Utano, Rosario Mesiti, Emanuele Irrera, Giovanni Muscolino, Carmelo Mobilia (il gup ha preso atto in sentenza del suo decesso) e infine Giovanna Giuseppa Cavò. Hanno registrato invece proscioglimenti parziali da alcuni capi d’imputazione Antonino Tavilla, Tommaso Mangano, Fabio Abate e Vincenzo Quattrocchi.

Compariranno davanti al gup per essere giudicati con il rito abbreviato: Nicola Tavilla ( padre di Antonino) e Giuseppe Mazzù.

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