Foto di una radiomobile dei carabinieri

L’operazione Beta scopre, a Messina, un ramo del clan Santapaola: 30 arresti

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Questa mattina, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina, nell’ambito dell’Operazione Beta, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, nei confronti di 30 soggetti.

Molteplici i reati che hanno fatto scattare l’operazione: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro.

Le indagini che hanno portato a questo risultato sono state avviate nel 2013 ed hanno consentito di riscontrare quanto già riferito da alcuni collaboratori di giustizia: a Messina operava una cellula di “cosa nostra” catanese, diretta emanazione della più nota famiglia mafiosa dei Santapaola e sovraordinata rispetto ai clan che tradizionalmente operano nei quartieri cittadini.

Per 10 degli indagati il G.I.P. ha disposto la misura degli arresti domiciliari.

Il blitz è scattato nelle provincie di Messina, Catania, Siracusa, Torino e Milano, con il coordinamento del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dei sostituti Liliana Todaro, Antonio Carchietti e Maria Pellegrino.

Tra gli arrestati dell’Operazione Beta anche Raffaele Cucinotta: funzionario del Comune di Messina, accusato di corruzione, alcuni imprenditori ed un avvocato, indagato per riciclaggio.  

L’attività investigativa ha restituito l’immagine di un’entità criminale ancorata alle tradizioni mafiose ma, al tempo stesso, moderna e capace di agire in maniera quasi silente, limitando al massimo il ricorso ai tradizionali “reati di visibilità”, tipici dell’associazione mafiosa, e di proiettare i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria, che non si è limitata a sfruttare passivamente, ma che ha pesantemente infiltrato e finanziato.

L’aspetto che rende unica questa investigazione è il disvelamento di una “Entità” criminale gestita da soggetti appartenenti direttamente alla famiglia Santapaola, ovvero da Francesco e Vincenzo Romeo, rispettivamente cognato e nipote del boss Nitto Santapaola.

Come emerge dalle intercettazioni, si tratta di una entità capace di teorizzare l’abbandono delle forme criminali violente e del rituale mafioso per gestire società di servizi, controllare in modo diretto appalti su scala nazionale (emergono interessi sulla autostrada SA-RC ed Expo), gestire il gioco illegale e le scommesse della massima serie calcistica, operare attraverso la corruzione e il clientelismo il controllo sull’attività di enti pubblici, attivare informatori e complici presso uffici pubblici anche presso organi di polizia e uffici della Procura.

Un ramo volutamente  distante dalle bande armate spesso alla ribalta della cronaca e collocato all’interno dell’economia reale e delle relazioni socioeconomiche, con agganci in ogni settore della società che conta.

Emersa anche l’influenza sulla Primal s.r.l., società titolare di una concessione con diritti su 24 sale e 71 ‘corner’. Vincenzo Romeo, proprio riguardo questa società, in alcune intercettazioni ambientali agli atti dell’inchiesta della DDA della Procura di Messina, spiega di aver preso parte a Roma ad un incontro con i finanziatori di questa società e che nell’occasione sarebbero stati presenti numerosi rappresentanti di diverse “famiglie” della Sacra Corona Unita e della ‘Ndrangheta.

Vincenzo Romeo sarebbe poi intervenuto, in collaborazione con alcuni membri della cosca dei Barbaro di Platì (RC), per definire la “messa a posto” delle società messinesi “Cubo SpA” e “Demoter S.p.a.” le quali, secondo l’accusa, essendo state finanziate dall’organizzazione mafiosa, si erano avvicendate nei lavori di realizzazione e parziale adeguamento della “S.S. 112 Dir. SGC Bovalino – Platì – Zillastro – Bagnara”.

La società Demoter SpA, coinvolta quindi nell’indagine, è riconducibile a Carlo Borrella ex presidente dell’associazione degli imprenditori edili di Messina.

Gli elementi raccolti durante le indagini hanno condotto, inoltre, alla contestazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’avv. Andrea Lo Castro, che avrebbe messo a disposizione del sodalizio le proprie competenze professionali per consentire il riciclaggio dei proventi dei reati, la falsa intestazione di beni e l’elaborazione di strategie per la sottrazione, in frode ai creditori, della garanzia patrimoniale sulle obbligazioni, prestandosi in prima persona anche a fungere da prestanome per l’intestazione di beni.

A corollario di un quadro già disarmante si aggiunge l’esistenza, confermata dalle indagini, di collusioni con esponenti delle istituzioni finalizzati ad ottenere notizie su eventuali indagini in corso.

L’operazione Beta ha portato all’arresto di 28 dei soggetti coinvolti nell’indagine.

Gravati da custodia cautelare in carcere:

  1. Vincenzo Romeo, nato Messina 19 mag. 1979, ivi residente;
  2. Benedetto Romeo, nato Messina 14 gen. 1984, ivi residente;
  3. Pasquale Romeo, nato Messina 28 set. 1977, ivi residente;
  4. Antonio Romeo, nato Messina 15 apr. 1983, ivi residente;
  5. Stefano Barbera, nato Messina 08 gen. 1970, residente a Rometta Marea (ME);
  6. Biagio Grasso, nato Milazzo 14 ott. 1972, residente a Furnari (ME),;
  7. Giuseppe Verde, nato Messina 14 nov. 1985, ivi residente;
  8. Marco Daidone, nato Messina 05 set. 1973, ivi residente;
  9. N. L.;
  10. Andrea Lo Castro, nato Messina 18 gen. 1963, ivi residente;
  11. Raffaele Cucinotta, nato Messina 19 mag. 1961, ivi residente ;
  12. Salvatore Galvagno, nato Catania 08 ott. 1976, residente Biancavilla (CT);
  13. Carmelo Laudani, nato Catania 6 giu. 1973, residente Santa Maria L. (CT);
  14. Vincenzo Santapaola, nato Catania 4 mar. 1964, ivi residente;
  15. Roberto Cappuccio, nato Siracusa 1 ago. 1965, ivi residente;
  16. Mauro Guernieri, nato Genova 16 nov. 1963, residente a Milano;
  17. Antonio Lipari, nato Messina 17 ott. 1977, ivi residente;
  18. Salvatore Lipari, nato Messina 22 ago. 1974, ivi residente,

Sottoposti, invece, agli arresti domiciliari:

  1. Romeo Francesco, nato Messina 09 gen. 1940, ivi residente, ;
  2. Nebiolo Italo, nato Torino 15 apr. 1963, residente a Chivasso (TO);
  3. Gentile Silvia, nata Messina 30 dic. 1971, ivi residente;
  4. Boninelli Salvatore, nato Paternò (CT) 26 apr. 1961, ivi residente;
  5. Piccolo Salvatore, nato Venetico (ME) 3 nov. 1954, ivi residente;
  6. Giorgio Piluso Stefano, nato Messina 26 dic. 1969, ivi residente;
  7. Romeo Maurizio, nato Messina 17 nov. 1980, ivi residente;
  8. Lombardo Gaetano, nato Messina 4 nov. 1976, ivi residente;
  9. Amenta Giuseppe, nato Messina 13 mar. 1969, ivi residente;
  10. Mazzullo Lorenzo, nato Messina 7 dic. 1965, IVI RESIDENTE,

Ancora due gli arresti da eseguire per l’ordinanza emessa dal GIP: Carlo Borrella, perché al di fuori del territorio nazionale, e Fabio Lo Turco.

 

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  1. Comunque uno squilibrio fondamentale, al di là delle singole persone coinvolte, questa città lo sta subendo e vivendo da anni, tali soggetti non aiutano certo a far ripartire l’economia collettiva se non la propria!!! Mah…

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