Il Gip del Tribunale di Messina ha convolidato il fermo di indiziato di delitto nei confronti di Fortunata Caminiti, arrestata lo scorso 25 gennaio dai Carabinieri , con l’accusa di aver ucciso il vigile del fuoco Roberto Scipilliti, insieme al compagno Fabrizio Ceccio, occultandone il cadavere.
Ad incastrare la donna i filmati di una telecamera di sorveglianza che inquadrano una Fiat Panda gialla mentre percorre la strada che conduce al luogo in cui fu rinvenuto il corpo senza vita di Scipilliti.
Nella ricostruzione del delitto effettuata dai carabinieri, la coppia avrebbe pianificato e preparato l’esecuzione di Scipilliti, noleggiando con documenti falsi un’auto ( la Panda gialla ripresa dalle telecamere) il giorno precedente l’omicidio, l’arma, e poi avrebbe concordato un incontro con la vittima. Dopo averlo assassinato con un colpo di pistola alla testa, mentre si trovava ancora sul veicolo, da dietro e verosimilmente in modo improvviso, senza dare modo alla vittima di realizzare quanto stava accadendo.
L’ordinanza richiama anche una importantissima prova acquisita proprio la sera in cui è stato eseguito il fermo della donna, durante la contestuale perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri all’interno dell’abitazione della coppia presunta omicida, che – come è emerso dall’indagine – i due risultano aver occupato negli ultimi mesi di latitanza di Ceccio, ed alla quale, insieme, hanno fatto ritorno la sera del giorno del delitto: uno dei cellulari in uso alla coppia – quello da cui è stata effettuata l’ultima telefonata a Scipilliti, probabilmente per confermare l’appuntamento – aveva evidenti tracce di sangue sullo schermo. Ed effettivamente, quando è stato estratto dalla ormai famosa “Panda gialla” e gettato nel fosso in cui è stato ritrovato, il cadavere di Scipilliti – con un foro di proiettile che gli attraversava la testa – di sangue deve averne perso molto, tanto da rendere inevitabile, per i suoi assassini, di sporcarsi le mani ed i vestiti.
Sono ancora in corso le indagini per fare piena luce sulle motivazioni che hanno spinto i due complici a compiere l’omicidio.
Gli inquirenti stanno vagliando e passando sotto la lente di ingrandimento diverse strade e, al momento, non c’è un’ipotesi investigativa privilegiata, per cui nulla si può ancora escludere.
A detta degli inquirenti, infatti, se da una parte appare verosimile che quanto accaduto possa essere maturato negli ambienti degli interessi illeciti che accomunavano i due assassini e la loro vittima, dall’altra stanno emergendo contorni e dettagli che potrebbero portare a ricondurre l’omicidio non più a quello delle truffe, ma a tutt’altro tipo di ambienti: in particolare, anche se è ancora presto per ipotizzare una vera e propria connessione con il delitto, l’ambiente che sembra in qualche modo poter entrare in scena è quello delle chat erotiche e degli appuntamenti a pagamento.
Intanto, sono ancora molti i reperti dai quali gli accertamenti tecnici degli specialisti del RIS potranno far emergere ulteriori conferme. Grazie ai quali si potrebbe stabilire se – come gli investigatori ritengono – sia stata effettivamente la donna a premere materialmente il grilletto.
Nel frattempo Fortunata Caminiti, dimessa dall’ospedale di Taormina , dove dalla sera del 25 gennaio era piantonata a vista, è stata rinchiusa nel carcere di “Catania Piazza Lanza”, mentre Ceccio è dietro le sbarre del carcere di Gazzi.
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