Nessuna prova al momento, solo sospetti sui due indagati per l’omicidio di Giuseppe De Francesco, il 21enne morto lo scorso sabato dopo essere stato ferito da due colpi di pistola.
Ma le prove le stanno cercando, gli inquirenti, che puntano alla emissione di una misura cautelare nei confronti di un padre e un figlio, di 46 e 26 anni. Sin qui solo il racconto di una lite, avvenuta qualche giorno prima del delitto, tra la vittima ed il giovane indagato.
Una lite, cui, pare, fossero seguite minacce di morte, da parte di De Francesco, nei confronti del 26enne e del padre intervenuto in difesa del figlio. Ma questo non basta a stabilire che a sparare sia stato uno dei due o entrambi i minacciati.
Questo non basta quando la vittima è un giovane che ‘si faceva rispettare’ nel suo territorio. Quante le liti, le bravate di un ragazzo di 20 anni che magari, forte dell’essere ‘quasi figlio’ di un personaggio di spicco della malavita messinese ( Giovanni Tortorella), si sentiva imbattibile?
Quanti coloro a cui non piaceva l’atteggiamento spavaldo del giovane pupillo e, con il patrigno in carcere, hanno deciso di agire?
I due indagati per la morte di Giuseppe potrebbero essere soltanto gli ultimi, in ordine di tempo, di una lunga lista di persone con cui il 21enne ha avuto modo di scontrarsi, e tra queste persone potrebbe esserci chi ha premuto il grilletto la mattina di sabato 9 aprile.
Ma i due indagati potrebbero anche essere i primi ad avere sparato contro di lui. I carabinieri stanno lavorando su questo. Oggi l’autopsia.
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