Scatta l’addebito della separazione a carico del marito che ha perso l’interesse sessuale nei confronti della moglie tanto da aver finito, con l’andar del tempo, per sottrarsi completamente “ai doveri nascenti dal matrimonio” preferendo, invece, dedicarsi a “una diversa tipologia di vita sessuale”. Lo sottolinea la Cassazione – nella sentenza 22084 – affrontando la vicenda di una coppia messinese arrivata al ‘capolinea’ a causa del comportamento dell’uomo.
Ad avviso della Suprema Corte, giustamente la Corte di Appello di Messina ha dato la colpa al marito, C.G.., per la fine di questo matrimonio dal momento che a suo carico c’erano “elementi univoci e concordanti”. A inchiodarlo è stata soprattutto l’abitudine di utilizzare il telefono di un’altra donna, “nel quale erano state rinvenute foto di scene erotiche che la coinvolgevano insieme a varie persone”.
C.G., comunque, “non aveva mai negato di avere, ad un certo punto della convivenza coniugale, perso interesse nei confronti” della moglie. Invano ha sostenuto che le prove a suo carico erano “generiche e non provate”. Alla sua ex moglie è rimasta solo la ‘soddisfazione’ di sentirlo dichiarare ‘colpevole’ dal giudice della separazione che le ha negato il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento. (Ansa)
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