La Guardia di Finanza di Sant’Agata di Militello, a seguito di indagini svolte nel settore dei finanziamenti agricoli erogati con fondi pubblici europei, ha sottoposto a sequestro beni immobili e somme di
denaro tra conti correnti e titoli, per un valore complessivo di centoseimila euro, denunciando due titolari di altrettante aziende agricole di Capizzi .
I controlli eseguiti dalle Fiamme Gialle riguardavano una serie di imprese beneficiarie di finanziamenti comunitari operanti nella zona nebroidea.
In particolare, l’attenzione si è focalizzata sui documenti di due aziende che presentavano alcune anomalie. Nel dettaglio, i contratti d’affitto di alcuni terreni contenevano dati anagrafici e firme di proprietari che
risultavano essere completamente ignari della concessione dei propri terreni agricoli. In alcuni casi risultavano convenzioni di affitto con persone decedute in data antecedente alla stipula (alcuni anche da oltre un decennio).
Le istanze per le sovvenzioni erano state presentate attraverso centri di assistenza agricola di Catania e di Capizzi.
I finanzieri, nel corso delle indagini, hanno potuto rilevare le false dichiarazioni in diverse richieste di concessione di contributi pubblici, che erano state inoltrate all’AG.E.A. tra il 2007 e il 2015. Inoltre, le superfici illecitamente utilizzate da una delle due aziende agricole erano pari a trenta ettari e incidevano per oltre il trentacinque
per cento sul totale indicato in domanda, mentre nel caso della seconda ditta si estendevano su un’area di ben quaranta ettari.
I due titolari sono stati denunciati alla Procura di Enna, competente territorialmente, per truffa aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche, reato che prevede la reclusione fino a sei anni, oltre che per falso ideologico.
Successivamente, il Gip del Tribunale di Enna ha disposto la misura cautelare del sequestro preventivo delle somme presenti sui conti correnti, di titoli e di sei tra terreni e fabbricati, riconducibili ai titolari delle aziende agricole, sino alla concorrenza degli importi indebitamente percepiti pari a centoseimila euro.
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