Messinambiente. Di Maria libero, Inferrera ancora ai domiciliari

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Il Tribunale del Riesame ha “allentato la maglia” per tre degli indagati dell’inchiesta su Messinambiente.

Misure cautelari “meno esigenti” di quelle disposte dal Gip Giovanni De Marco lo scorso 11 novembre nei confronti di Armando Di Maria, ex amministratore unico, e poi liquidatore di Messinambiente; dell’imprenditore Francesco Gentiluomo, titolare della Gentiluomo Srl, e del broker assicurativo di Barcellona P.G. coinvolto nella vicenda. Per i tre revoca degli arresti domiciliari, con sospensione per un anno dall’esercizio dell’attività per il broker e l’imprenditore.

Rimane agli arresti domiciliari soltanto Antonino Inferrera, funzionario amministrativo-contabile della stessa società. Per l’altro imprenditore, Marcello De Vincenzo, titolare della Mediterranea A. Srl, De Vincenzo, il Riesame decide domani.

I cinque sono accusati in concorso del reato di corruzione e truffa aggravata.

Accuse scaturite da indagini della Polizia giudiziaria della Polizia e del Nucleo Investigativo dei carabinieri, avviate nel 2013. Al vaglio degli investigatori l’intera gestione di Messinambiente S.p.a., società pubblica il cui capitale è interamente detenuto da enti locali.

Ne sarebbe venuto fuori che i messinesi hanno pagato tasse sui rifiuti per risollevare le passività di Messinambiente. Passività derivanti da un sistema di tangenti. La società- risulterebbe dall’attività di polizia e Carabinieri – avrebbe accumulato sprechi per decine di milioni di euro l’anno. Persino i mezzi, in condizioni vetuste, non venivano sottoposti alle necessarie manutenzioni.

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