Era il lontano 2010 quando l’allora assessore ai servizi sociali, Dario Caroniti, intercettando un finanziamento nell’ambito del Pon “Sicurezza per lo sviluppo 2007-2013”, mise gli occhi sull’ex-sede dell’istituzione servizi sociali di via Felice Bisazza, immaginando di poterne fare un centro polifunzionale con la finalità di inserimento sociale e lavorativo degli immigrati.
Da ieri pomeriggio quel centro ha un nome e un cognome “I’m ”, “Io sono”, e a presentarlo ufficialmente alla città è stato l’assessore alle politiche sociali, Nina Santisi, affiancata dal Prefetto Francesca Ferrandino, a cui la stessa Santisi ha ceduto il testimone per il consueto e benaugurale taglio del nastro. Gesto quest’ultimo, importante non solo in termini simbolici, ma soprattutto istituzionali, in quanto emblema di un nuovo inizio nei rapporti, negli ultimi anni decisamente poco idilliaci, tra Comune e Prefettura anche e soprattutto sulla gestione migranti.
“Stiamo per inaugurare un luogo – ha affermato la Santisi – che punta a diventare un presidio di comunità. Qualche giorno fa mi è capitato di essere stata avvicinata da un gruppetto di persone che mi ha rimproverato di stare contribuendo, con la mia azione politica, all’invasione. Ebbene, se questa è l’invasione sono ben contenta di contribuirvi” ha aggiunto la rappresentante della Giunta Accorinti indicando i tanti bambini che ieri pomeriggio hanno affollato con gioioso rumore i locali di via Felice Bisazza.
In prima fila ad affiancare il Prefetto durante il taglio del nastro, anche la piccola Olivia, sette anni, sbarcata a Messina lo scorso 27 ottobre con la mamma, il papà, una sorella più piccola che purtroppo non è riuscita a toccare terra in vita ed una che risulta tutt’ora dispersa.
“Raccogliamo i frutti di un lavoro intrapreso tanti anni fa – ha evidenziato la Santisi nel ringraziare l’ex- assessore Caroniti – che costituisce però un segno di continuità amministrativa. Il termine immigrato appare quasi un obsoleto rispetto ai nuovi concetti di diritto cittadinanza che si sono affermati negli ultimi tempo. Ed ecco perché è importante lavorare tutti insieme per cercare di avviare percorsi di integrazione sempre più fruttuosi. Invito tutte le associazioni presenti sul territorio a partecipare con iniziative, proposte e progetti, agli Avvisi che il Comune pubblicherà al fine di favorire la partecipazione del maggior numero possibile di attori presenti sul territorio nella valorizzazione di questo luogo”.
Ma chi sarà dunque ad “abitare” il nuovo centro “I’m?”. Una parte dei locali, dotati anche di postazioni informatiche, verrà occupata dall’Ufficio immigrazione della Questura di Messina, dall’azienda sanitaria e dalla IV circoscrizione (quella in cui appunto ricade la struttura). Un’altra parte degli spazi verrà invece assegnata al CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti) per l’organizzazione di corsi di alfabetizzazione. Hanno invece convinto le proposte progettuali presentate, rispettivamente, dalla cooperativa sociale Senis Hospes e dalla Comunità di Sant’Egidio in risposta all’ “Avviso pubblico per manifestazione di interesse alla co-progettazione e co-gestione delle attività del Centro Polifunzionale per Immigrati”.
Nel caso della cooperativa sociale, la proposta riguarda la promozione di attività di orientamento e formazione; servizi di avvio al lavoro; servizi di accoglienza, di mediazione linguistico-culturale, di assistenza socio-psicologica e di segretariato sociale, la Comunità di Sant’Egidio invece proporrà l’insegnamento della lingua italiana.
Subito dopo il taglio del nastro, tour guidato tra i nuovissimi e decisamente freschi (soprattutto se confrontati con le roventi temperature esterne) corridoi e locali del polifunzionale, e buffet offerto dall’Istituto Alberghiero “Antonello”, con due camerieri d’eccezione: i giovanissimi Cisse e Mariane, ospiti, rispettivamente, della Struttura per la primissima accoglienza ad alta specializzazione per minori stranieri non accompagnati, Casa Ahmed e dello Sprar vulnerabili di via Industriale. Entrambi i ragazzi sono stati infatti impegnati in un corso di formazione per l’insegnamento del mestiere di barista e cameriere, organizzati in collaborazione con l’istituto Antonello.
Conclusa la fase istituzionale del pomeriggio, spazio alla festa multietnica in piazza XX Settembre, che ha visto protagonisti i tanti ragazzi e ragazze ospiti dei centri di prima accoglienza, delle comunità di seconda accoglienza e degli Sprar presenti in città.
Elena De Pasquale
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