Messina. Si terrà giovedì 15 marzo l’udienza di appello per l’uccisione di Lorena Mangano e l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada si rivolge ai giudici chiedendo la conferma della condanna di Gaetano Forestieri.
«Dobbiamo risvegliare l’attenzione di Messina su un fatto così grave e sollecitare i giudici ad onorare la Giustizia», queste la parole della presidente di AIFVS, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, che chiede di confermare e non ridurre la pena prevista per Forestieri: «Se da una parte c’è un imputato che avanza pretese di giustizia dall’altra c’è la giovane Lorena alla quale è stato tolto il diritto di vivere attraverso un comportamento inaccettabile».
Lorena Mangano aveva solo 23 anni quando, nel giugno del 2016, la sua Fiat Panda era stata travolta dall’Audi TT, lanciata a folle velocità sulla via Garibaldi, di Gaetano Forestieri intento a gareggiare con un altro veicolo guidato da Giovanni Gugliandolo. Vani i tentativi di soccorso: la giovanissima studentessa universitaria di Capo D’Orlando si è spenta qualche giorno dopo al Policlinico di Messina.
Oggi, a pochi giorni dall’udienza di Appello, l’AIFVS ripercorre i passi che hanno portato alla condanna in primo grado di Forestieri e Gugliandolo, rispettivamente a 11 e 7 anni di reclusione.
Messina è stata testimone della prima sentenza di giustizia per le vittime di omicidio stradale, a seguito dell’entrata in vigore della relativa legge, proprio sul caso relativo la morte di Lorena Mangano.
«Avevamo apprezzato la decisione del giudice – ricorda la presidente di AIFVS – che, valutando i dati oggettivamente rilevabili, stabiliva che il rischio di uccidere era prevedibile ed accettato: pigiare il piede sull’acceleratore e passare con il rosso è frutto di una scelta personale della quale si è pienamente responsabili e delle cui conseguenze irreversibili si deve rispondere».
Non c’è più spazio per un ingiustificato clemenzialismo
«Salvatore Mastroeni ha stabilito una pena congrua – continua Giuseppa Cassaniti – anche se alleggerita di un anno, 11 anni anziché 12. Speravamo che gli imputati non facessero appello ma il nostro augurio è stato rinnegato dai fatti».
Dopo la condanna in primo grado, infatti, è arrivato il ricorso in appello per chiedere la riduzione della pena per Forestieri e l’assoluzione per Gugliandolo.
Crede ancora nella giustizia la presidente di AIFVS: «Saremo lì ad auspicare che, in appello, i giudici vogliano confermare la sentenza di primo grado. La colpa va adeguatamente punita: non c’è più spazio per un ingiustificato clemenzialismo, che calpesta il diritto alla giustizia delle vittime e fa perdere credibilità alla stessa giustizia».
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