Messina, catturato latitante: si era rifugiato in un’abitazione di Villaggio Santo

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La Polizia di Stato ha intercettato e catturato un latitante, ricercato dall’ottobre 2019 per plurima estorsione, rapina e sequestro di persona, tutti aggravati dal fatto di essere stati commessi con metodo mafioso. L’arresto è collegato all’operazione “Flower” riguardante la gestione dei servizi di sicurezza presso diversi locali della movida di Messina.

Nella tarda serata di ieri mercoledì 18 novembre 2020, numerosi operatori della Polizia di Stato, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati impegnati nella cattura di Giovanni De Luca, da oltre un anno latitante.

Il De Luca, già irreperibile dal 7 ottobre 2019 – allorquando si era volontariamente sottratto all’esecuzione del provvedimento di sospensione della misura della semilibertà concessagli a suo tempo dal Tribunale di Sorveglianza di Messina – era attivamente ricercato in quanto destinatario anche all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in ordine a gravi reati (plurima estorsione, rapina e sequestro di persona, tutti aggravati dal fatto di essere stati commessi con metodo mafioso) oggetto dell’indagine convenzionalmente denominata “Flower”, condotta da questa Squadra Mobile nel novembre dello scorso anno.

Come si ricorderà, all’esito dell’operazione in parola è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina l’ordinanza nn.rr. 5294/19 R.G.N.R. e 4751/19 R.G. G.I.P. a carico di 10 (dieci) soggetti – tra i quali, appunto, con ruolo di assoluto rilievo, il Giovanni De Luca – appartenenti ad una pericolosissima ed armata cellula criminale locale, siccome ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsioni aggravate dal metodo mafioso ai danni di titolari di locali notturni e rapine in pregiudizio di vari esercizi commerciali della città.

L’anzidetta operazione di polizia giudiziaria aveva a suo tempo costituito l’epilogo di strutturate indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, su una pericolosissima cellula delinquenziale che, nell’ambito della gestione dei servizi di sicurezza presso diversi locali di ritrovo in cui si concentra la movida della città dello Stretto, era risuscita ad imporre – ai responsabili della sicurezza ed ai titolari di pubblici esercizi – la corresponsione di somme di denaro per l’assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro.

Ad alcuni componenti del gruppo criminale scoperto erano pure attribuite, tra i capi di imputazione provvisoria dell’ordinanza di custodia cautelare emessa, due cruente rapine commesse in armi e a volto travisato.

Le indagini

In tempi recenti la Squadra Mobile, con la sua componente di contrasto alla Criminalità Organizzata e Catturandi, ha posto in essere una complessa azione investigativa volta al rintraccio di Giovanni De Luca.

La serratissima attività di polizia giudiziaria in argomento, espletata per il tramite di intercettazioni di comunicazioni telefoniche ed ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio ed analisi di tabulati di traffico telefonico, ha consentito ai poliziotti della Squadra Mobile di accertare come Giovanni De Luca avesse trovato rifugio nel circondario del Villaggio Santo di questo Centro, e precisamente in una delle abitazioni che insistono nel dedalo di stradine che caratterizza la zona.

Per quanto sopra, fin dal tardo pomeriggio di ieri, è stata disposta una imponente azione di cinturazione della zona e sono state effettuate delle mirate perquisizioni finalizzate alla cattura del latitante.

Intorno alle 22:00, nell’abitazione di Elena Micalizzi – anch’ella tratta in arresto siccome ritenuta responsabile del reato di favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose – all’interno di una intercapedine, abilmente dissimulata da una finta parete decorativa montata su un sistema di chiusura basculante, ricavata tra il tetto ed il vano scala, è stato rintracciato e catturato Giovanni De Luca, che, vistosi braccato dagli investigatori della Squadra Mobile, altro non ha potuto fare che arrendersi.

Del resto, numerose “tracce” della presenza del latitante erano presenti nell’abitazione-covo, come indumenti, calzature maschili e farmaci che, sulla scorta delle evidenze investigative collazionate dalla Squadra Mobile, erano certamente riconducibili al latitante.

Il De Luca ha tentato, fino all’ultimo, di rimanere nascosto, ma la morsa degli operatori della Polizia di Stato, ormai certi di essere vicinissimi alla sua cattura, non si è mai affievolita, al punto che, con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, gli investigatori si sono portati sulla terrazza dell’abitazione scorgendo una piccolissima presa d’aria che consentiva al latitante di respirare all’interno dell’ingegnoso nascondiglio.

La tenacia e la caparbietà dei poliziotti è stata, del resto, oggetto dell’unico commento fatto dal De Luca e concernente il fatto che gli investigatori non avevano mai mollato, ma sarebbero comunque stati costretti a sudare per conseguirne la cattura. Il Giovanni De Luca e la Elena Micalizzi sono stati, quindi, condotti presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Messina e, dopo l’espletamento delle formalità di rito, tradotti presso la locale Casa Circondariale di Messina-Gazzi a disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia.

FONTE: Questura di Messina

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