Nella notte tra il 14 e il 15 febbraio un medico è stato aggredito mentre era di turno nel presidio di Continuità assistenziale (ex Guardia Medica) presso la sede del Mandalari di Messina. Nel corso dell’aggressione sono stati danneggiati gli uffici.
Secondo quanto riportato dai rappresentanti dell’Ordine dei Medici, un paziente sarebbe andato in escandescenza per motivi ancora da accertare, e avrebbe scaraventato in aria e divelto l’arredamento della stanza mettendo a rischio l’incolumità della dottoressa di turno che, fortunatamente, è rimasta illesa pur avendo subito un forte shock emotivo.
Sul posto è arrivato il personale del 118 appena rientrato: «Il peggio – ha commentato in una nota l’Ordine – è stato evitato grazie all’intervento di alcuni operatori della SUES 118 (Sicilia Emergenza Urgenza Sanitaria, ndr), che condividono i medesimi locali, e sono riusciti a neutralizzare l’aggressore; ma non è accettabile continuare a dover sperare nella divina provvidenza o nella vicinanza di qualcuno; i medici si sentono lasciati “soli” e sono sempre più scoraggiati e impauriti, specialmente i camici rosa».
A seguito di questo episodio di violenza contro i medici che, purtroppo, non è stato il primo, l’Ordine dei Medici, la FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e la Uil-Fpl Messina, hanno chiesto a chi di competenza l’attuazione di misure concrete per garantire la sicurezza del personale sanitario.
«Occorre mettere in sicurezza tutti i Presidi di guardia medica – ha dichiarato, nello specifico, la FIMMG – dotandoli di tutti gli strumenti idonei a prevenire ma, insistiamo da tempo, occorre prioritariamente il riconoscimento dello status di “pubblico ufficiale nell’esercizio delle funzioni” con la procedibilità d’ufficio nei confronti dell’aggressore».
Solo così, con il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale, ha spiegato la Federazione: «La denuncia, in caso di aggressione, diventerebbe automatica e porterebbe formalmente ad evidenziare tutto quello che in questo momento è nascosto, alla certezza della pena per l’aggressore ma, soprattutto, si avrebbe, finalmente, la netta percezione che lo Stato riconosce il medico come suo servitore e che nel momento dell’esercizio delle sue funzioni è a garanzia della popolazione».
Analoghe le richieste del sindacato: «Quanto accaduto dimostra quanto sia necessaria l’istallazione di impianti di videosorveglianza nei presidi sanitari della Provincia – hanno sottolineato Pippo Calapai, segretario generale della Uil-Fpl di Messina e Mario Macrì, responsabile Area medica. Siamo vicini agli operatori la cui incolumità è messa continuamente a repentaglio. Per questo motivo chiederemo ufficialmente, come fatto per il Pronto soccorso del Sirina di Taormina, l’istallazione di sistemi di controllo e sicurezza e la presenza permanente di guardie giurate. Impensabile che gli operatori sanitari giornalmente rischiano la propria incolumità nell’esercizio delle proprie funzioni».
Infine, come già fatto nel caso di Mirto, lo scorso gennaio, ha comunicato Giacomo Caudo, presidente dell’Ordine dei Medici: «Ci costituiremo parte civile se necessario per difendere la collega vittima di violenza».
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