Si chiude con la condanna complessiva a sei secoli di carcere il maxi processo alla mafia dei Nebrodi svoltosi al Tribunale di Patti, in provincia di Messina. Il procedimento nasce dall’operazione “Nebrodi”, che ha consentito di ricostruire l’organigramma dei clan messinesi e di svelare una truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea. A commentare l’esito, il presidente dell’Ente Parco, Domenico Barbuzza: «Non posso che congratularmi con tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito all’esito odierno che ha inferto un duro colpo al lucroso business delle truffe ai fondi comunitari destinati ai pascoli e all’agricoltura».
Sette giorni di Camera di Consiglio, per un dibattimento con 101 imputati, celebrato in tempi record e che ha visto impegnati 4 pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina: l’aggiunto Vito Di Giorgio, i magistrati Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Alessandro Lo Gerfo. A curare la costituzione di parte civile dell’Ente Parco nel processo alla mafia dei Nebrodi, l’avvocato Salvatore Meli.
«Con la sentenza odierna – commenta il presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi, Domenico Barbuzza –, che conclude la colossale inchiesta antimafia condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina. Da questo momento l’auspicio è che parlare di Nebrodi evidenzi le bellezze naturalistiche che hanno dato vita all’istituzione dell’omonimo Parco regionale, la laboriosità della popolazione residente, il desiderio di dar vita a progetti di sviluppo da parte dei giovani. Il desiderio unanime è di veder riconosciuto questo territorio come fucina di operosità e collaborazione con l’Ente, guida del comprensorio: la ripartenza che vogliamo vede al primo posto la tutela dei valori naturali dell’area protetta».
(FONTE: ANSA)
(223)