La Sicilia è tra le prima regioni d’Italia, insieme a Calabria e Campania, a registrare casi di malasanità. Oggi, a Sciacca (Ag), una sentenza apre le porte a risarcimenti milionari scaturiti, nei casi accertati, da impreparazione, negligenza, carenze strutturali. Questa la storia, tutta siciliana, che a venti anni dall’accaduto dà giustizia ai familiari di due vittime di malasanità. Nel 1992, Maria Spena, insegnante di 40 anni, muore dando alla luce la figlia Martina all’Ospedale di Sciacca. Al tempo, una perizia stabilì l’errato utilizzo, da parte dei medici, del forcipe durante il travaglio della donna. Venti anni dopo, una sentenza del Tribunale di Agrigento ha stabilito la somma di 4,5 milioni di euro per Andrea Bellanca, marito e padre delle vittime. Un risarcimento, questo, che fa certamente scalpore per la cospicuità della somma. Somma che, se da un lato fa giustizia, dall’altro determinerà reazioni a catena in quanti hanno subìto, direttamente o indirettamente, le conseguenze di errori sanitari. A Messina, sono parecchi i casi accertati di malasanità.
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