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Mafia. D’Amico racconta i particolari di 45 omicidi. Tirrenoambiente scrive

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tribunale-messina 1Il boss Carmelo D’Amico, oggi pentito, è un fiume in piena e parla. Il killer del clan dei “Barcellonesi” ha vuotato il sacco su una serie di omicidi, eseguiti nell’ambito dell’attività di controllo del racket delle estorsioni sul territorio del Longano.
D’amico avrebbe anche svelato retroscena di casi di lupara bianca, dei quali fu spietato esecutore, e altri omicidi che avvennero prima e dopo quello del giornalista de La Sicilia, Beppe Alfano.
Il boss ha parlato di ben 45 esecuzioni, i corpi delle vittime sono ancora oggi cercati nel torrente Patrì, considerato il cimitero di mafia dei clan della zona. Da giorni, infatti, la DDA ha disposto la ripresa degli scavi in quell’area del barcellonese già in passato setacciata.
Intanto, dalla direzione di Tirrenoambiente, la società che gestisce la discarica di mazzarrà Sant’Andrea, arriva il seguente chiarimento:

“La discarica di Mazzarrà Sant’Andrea non è mai stata interessata da ricerche di questo tipo”. La società smentisce il ritrovamento di scheletri umani, probabili vittime di lupara bianca, rinvenuti negli anni scorsi nella discarica.
“Non solo non sono mai state realizzate questo tipo di ricerche – prosegue Crisafulli – ma l’impianto è in piena attività e si conferma la totale estraneità del sito della discarica con i fatti a cui si riferisce il presidente Musumeci”.

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