Un fiume in piena Nunziato Siracusa, il pentito che ai magistrati della Dda di Messina ha rilasciato tanto da far disporre nuovi scavi a Barcellona e in tutta l’area del Longano, per cercare corpi, armi. Comunque, quanto possa far luce su delitti rimasti insoluti, morti di lupara bianca mai ritrovati.
Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, i sostituti procuratori della Dda, hanno dato il via a carabinieri, Ros e una squadra speciale dei Vigili del Fuoco per le operazioni di scavo. Due i siti primi a essere perlustrati: uno in contrada Salicà di Terme Vigliatore, l’altro in contrada Braidi, nei pressi di Montalbano Elicona.
Quali siano i nomi fatti da Siracusa non si sa. Bocche cucite sui delitti sui quali il pentito avrebbe fatto luce, ma parrebbe aver confermato precedenti dichiarazioni di altri pentiti. Tra queste, quella relativa all’omicidio di Domenico Pelleriti, avvenuto nel marzo del 1993.
Secondo varie dichiarazioni di pentiti, Pelleriti sarebbe stato seppellito nel terreno agricolo dell’Ipab di Barcellona. Sempre nel racconto dei nuovi collaboratori della mafia barcellonese, Pelleriti fu ucciso solo sulla base di un sospetto: quello di avere rubato – insieme a un complice, anch’egli ucciso –, senza l’ok della “famiglia”, un camion che traportava prodotti sanitari.
Pelleriti fu torturato a morte per quello che fu considerato come uno sgarro e, in seguito, la sua auto fu ritrovata nel territorio di Patti. I suoi genitori, per anni, credettero il figlio vivo. I nuovi scavi dovrebbero, finalmente, dare pace a un padre e a una madre che da 22 anni sperano di ritrovare almeno il corpo del figlio.
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