Secondo il giudice, “sono venuti a mancare i presupposti di reiterazione del reato“. Questa la motivazione per cui Gaetano Forestieri, condannato a 11 anni di reclusione per omicidio stradale è stato scarcerato. Si trova agli arresti domiciliari, e ha l’obbligo di un braccialetto elettronico, esattamente da dopo due giorni la condanna decisa dal Gup: il 21 dicembre 2016.
Era la notte del 26 giugno 2016 quando Forestieri, alla guida della sua vettura, un’Audi TT in quella occasione divenuta un bolide che percorreva – dissero gli uomini della Infortunistica – a 160 km orari il Corso Garibaldi di Messina, travolse e uccise Lorena Mangano, 23 anni, studentessa di Capo D’orlando, che viaggiava alla guida della sua Panda con alcuni amici a bordo.
Le indagini della Polizia Municipale stabilirono che l’impatto avvenne durante una gara di velocità tra l’Audi e una 500 Abarth, condotta da Giovanni Gugliandolo. Lorena ebbe la sfortuna di trovarsi all’incrocio con il Torrente Trapani mentre le due vetture gareggiavano. A travolgerla fu l’Audi. La Panda condotta dalla 23enne, centrata in pieno, finì a cavallo dello spartitraffico: tra gli occupanti, tutti feriti, la più grave proprio Lorena, che morì qualche giorno dopo al Policlinico.
Le indagini ricostruirono l’accaduto, poi le accuse e le condanne per i due ‘piloti’: 11 anni per Forestieri, 7 per Gugliandolo. Va detto che entrambi negarono sempre la gara in atto.
Per la famiglia Mangano, per gli amici di Lorena, per la città, quelle condanne furono giuste.
Non sapevano che solo dopo due giorni Forestieri sarebbe stato scarcerato. Lo sanno oggi, 5 mesi dopo la decisione del Gup: ” Sono venuti a mancare i presupposti di reiterazione del reato”.
Arresti domiciliari, dunque, e con un braccialetto elettronico, in attesa del processo d’appello, che inizierà il 21 ottobre, dal quale, in teoria, potrebbe venir fuori anche una sentenza di assoluzione. Ma le sentenze vanno rispettate.
Martedì 28 giugno 2016, alle 20, su queste stesse pagine, scrivevo di Lorena dagli occhi di cerbiatta, con una vita ancora tutta da vivere ma morta da poche ore: “ La famiglia Mangano ha autorizzato l’espianto degli organi. Lorena lascia altro, oltre che – si spera – una lezione per chi attenta alla vita di tutti noi e per chi dovrebbe tutelarci da certe follie stradali: lo Stato, le leggi.”
Patrizia Vita
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sconcertante, ma la giustizia, non vendetta, ma dove sta, che il ministro della giustizia avvii una indagine, è evidente che la legge sull’argomento è inadeguata, o vi sono gravi errori umani!