«Come evidenziato in passato dalla nostra associazione — ha reso noto Christian Del Bono, presidente di Federalberghi delle Eolie — gli immobili destinati ad attività alberghiera sono beni strumentali all’attività svolta e non producono reddito fondiario bensì di impresa». Sulla base di ciò, una buona parte degli albergatori di Lipari ha pagato l’Imu nella misura dello 0,76% e non dello 0,96%, come deliberato dal Consiglio comunale. Del Bono ha sostenuto che gli imprenditori hanno sposato la tesi di un associato a Federalberghi Sicilia, esposta nella recente assemblea generale. La loro è stata una forma di protesta contro un aumento del canone per il settore alberghiero, considerato “non a norma”. «Da un’attenta lettura — ha spiegato Del Bono — la legge escluderebbe la facoltà di aumentare l’Imu oltre l’aliquota minima dello 0,76% per gli immobili che non producono reddito fondiario. Federalberghi Eolie, nel giorno di scadenza del saldo Imu, ha scritto al Comune facendo rilevare che all’art. 13, comma 9 del della legge 214 del 2011, per i fabbricati in questione è concesso di ridurre l’aliquota base fino allo 0,4%, mentre non viene in alcun modo data la possibilità che venga aumentata».
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