L’ex presidente di Messinambiente, Nino Dalmazio, è stato condannato a 10 mesi, pena sospesa, nell’ambito del processo che lo vedeva accusato, insieme ad Antonino Miloro, dirigente tecnico di Messinambiente, del reato di concorso per violazione di un articolo del decreto legge 133/2005 che dà attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti.
I fatti risalgono al 2010, e riguardano l’inceneritore di Pace. Per l’accusa, rappresentata dal Pm Liliana Todaro, i livelli di inquinamento furono superati, determinando, durante l’attività di incenerimento, l’emissione in atmosfera di “diossine e furani” superiore ai parametri previsti dalla legge.
Dalmazio e Miloro, sostenne l’accusa, non attuarono gli opportuni controlli, in particolare nello smaltimento di rifiuti pericolosi speciali e a rischio infettivo, come quelli ospedalieri: aghi, siringhe, lame, vetri, lancette, pungidito, testine di rasoi e bisturi monouso, oppure rifiuti organici provenienti dallo svolgimento di attività di ricerca e di diagnostica batteriologica.
Oggi, davanti al giudice monocratico Claudia Misale, è arrivata l’assoluzione per Miloro, difeso dall’avvocato Gianluca Currò, e la condanna ad 10 mesi, più il risarcimento per le parti civili, con sospensione della pena, per Dalmazio, assisisto dall’avvocato Giuseppe Carrabba.
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