Tradito ma risarcito. Domenico Zumbo, 26 anni, studente calabrese, di Melito Porto Salvo, deve avere pensato che le “corna”, o presunte tali, sono un danno alla persona provocato da terzi, e come tale, quel danno, va pagato da chi lo provoca. Le sue meritavano, inizialmente, un risarcimento quantificabile in 50mila euro.
Tanto ha chiesto al “terzo”, causa del danno: un medico messinese, sposato, che aveva assunto come tirocinante la ragazza di Zumbo. Tra i due in camice bianco scatta un’intesa e, via mail, si scambiano tenerezze. Ma quei segreti da posta elettronica, ben presto, sono scoperti dal fidanzato della tirocinante, che svela alla ragazza di “sapere tutto”. E’ furioso, il tradito, ma quella furia ha un prezzo, e quel prezzo è 50mila euro. Somma che, a suo dire, basterà, oltre che a coprire spese varie da fidanzamento,(regali,pasti al ristorante e consumazioni al bar), anche a garantire il suo silenzio con l’altra “tradita”, la moglie del medico. “Troppo per delle tenerezze scambiate sul web”- deve aver pensato il medico, che decide di denunciare l’esosa richiesta alla Polizia. E scatta la trappola. Allo studente, il medico, fa capire che in tempi di crisi 50mila sono troppi. “Si accontenterebbe di 1500 euro?” L’altro accetta. Fissano un appuntamento per la consegna della somma. C’è anche la squadra mobile, che arresta Zumbo per estorsione. La moglie del medico ha, necessariamente, scoperto tutto.
Patrizia Vita
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