Ispezionate 29 aziende e verificate 85 posizioni lavorative; scoperti 7 lavoratori in nero, privi di tutela assicurativa e previdenziale; intimato la sospensione dell’attività imprenditoriale in 3 cantieri edili di pertinenza delle ditte ispezionate, in cui è stata riscontrata, insieme agli Ispettori civili, una percentuale di lavoratori “in nero” superiore al 20% della forza lavoro presente; deferito, alla Procura della Repubblica, un datore di lavoro per aver installato e utilizzato un impianto audiovisivo privo di autorizzazione.
Questi i numeri dell’attività dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Messina, nell’ambito di servizi finalizzati all’emersione del lavoro “nero”, alla prevenzione delle “morti bianche”, alla salubrità dei luoghi di lavoro.
Gli imprenditori per ottenere la riapertura delle attività hanno dovuto regolarizzare i dipendenti e versare parte sanzioni amministrative per 5.850 euro complessivi. Inoltre, gli stessi datori dovranno, successivamente, versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti. A conclusione delle attività intraprese sono state contestate sanzioni amministrative per complessivi 31.255 euro.
«Alcuni datori di lavoro – dichiarano gli inquirenti – approfittano dello stato di necessità del lavoratore subordinato che, specie in questi tempi di difficoltà economiche, accetta di lavorare in nero pur di lavorare con i conseguenti immaginabili rischi, in caso d’infortunio o all’atto del pensionamento, quando l’Inps non riconoscerà la giusta pensione non ritrovando i versamenti contributivi».
Per quanto riguarda, invece, gli impianti audiovisivi, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali, oppure, in difetto di accordo, su autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro.
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