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L’operazione Gramigna in Appello. Pene ridotte e conferme per le nuove leve del crimine

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tribunalemessina bellaIl processo scaturito dalla operazione Gramigna è stato discusso ieri dai giudici d’Appello, che hanno ridotto le condanne inflitte in primo grado a 4 degli imputati e confermato la pena ad altri 2. Per un solo imputato aumento di 3 mesi. Rimangono i 4 anni di reclusione per Vittorio De Natale e Domenico Arena. Riduzione ( da 18 a 10 anni) per Vincenzo Pergolizzi; da 8 a 12 anni per Lorenzo Micalizzi; da 5 anni e 4 mesi a 4 anni e 8 mesi per Francesco Pergolizzi; da 9 anni a 7 anni e 8 mesi per Giuseppe Rizzitano. Leggero aumento ( 3 mesi) per Orazio Faralla, condannato a 3 anni e 8 mesi.
Le accuse, a vario titolo, sono: associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di animali e all’illecita organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali ( corse clandestine di cavalli).
Hanno difeso gli avvocati: Massimo Marchese, Salvatore Stroscio, Salvatore Silvestro, Tancredi Traclò e Domenico Andrè.

L’operazione Gramigna, oltre 2 anni fa, colpì il crimine organizzato messinese. Carabinieri e Polizia, coordinati dalla Dda (sostituto Angelo Cavallo) e dalla procura ordinaria (sostituto Fabrizio Monaco) stroncarono l’attività dei nuovi capiclan cittadini. Coloro che, con i vecchi boss in carcere, stavano prendendo in mano le redini della criminalità organizzata a Messina. Intercettazioni telefoniche ed ambientali portarono alla luce l’esistenza di varie consorterie mafiose ( Giostra, Camaro, S.Lucia sopra Contesse) che si spartivano, in città, il traffico di droga, l’estorsione, l’usura e le corse clandestine dei cavalli. Il blitz portò in carcere 45 persone.

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