L’avvocato barcellonese Rosario Cattafi, neopentito, ritenuto personaggio al vertice del clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto, deporrà al processo per favoreggiamento aggravato al generale dell’Arma Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu. La sua testimonianza, secondo la procura palermitana, sarebbe fondamentale a chiarire i rapporti esistenti tra Stato e mafia. Di particolare interesse per l’accusa, infatti, sono considerate le dichiarazioni rilasciate nel corso degli interrogatori cui è stato sottoposto Cattafi nel carcere de L’Aquila, dove è sottoposto al 41 bis. Ai magistrati palermitani, l’avvocato ha raccontato di avere ricevuto dall’ex numero due del Dap, Francesco Di Maggio, l’incarico di contattare il capomafia catanese Nitto Santapaola per dirgli che lo Stato era disposto a fare concessioni a Cosa nostra in cambio della fine delle stragi.
L’incontro con Di Maggio,che a detta del pentito sarebbe avvenuto al bar Doddis di Messina, (vi avrebbero partecipato anche alcuni carabinieri del Ros), sarebbe succeduto di qualche giorno al tentativo di uccidere il giornalista Maurizio Costanzo con un’autobomba. Per la Procura palermitana, Di Maggio avrebbe contrastato il rinnovo del 41 bis per gli oltre 300 detenuti già sottoposti al regime di carcere duro, cui, a fine ’93, non venne prorogato. Segno, questo, secondo l’accusa, dell’accordo con i clan per porre fine alle stragi.
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