Un quartiere blindato, quello di Mangialupi, un quartiere in cui il crimine manifesta, oltre che una “vocazione” a rigenerarsi, anche quella di esprimere una sorta di “potenza militare” sul territorio. Lo dicono i numerosi sequestri di armi effettuati da Polizia e carabinieri negli anni; lo dice quello che la squadra mobile ha messo a segno qualche giorno fa. 600 grammi di tritolo, (non quello comunemente usato nelle cave,ma quello militare, il TNT 4); ed ancora un fucile mitragliatore ( non quello del mercato lecito, ma di provenienza israeliana,con una micidiale capacità di fuoco); e poi armi comuni: 5 pistole, di cui una militare, oltre 200 munizioni e materiale utile al confezionamento delle stesse. Un arsenale in piena regola, che indica- a detta del capo della Squadra Mobile, Giuseppe Anzalone- ancora una volta, la temibilità del clan Mangialupi, il più organizzato sul territorio messinese. Quello che vanta il minor numero di collaboratori di giustizia. “Difficile- ha sottolineato Anzalone- scardinare il sistema di complicità che lega gli affiliati al gruppo criminale del quartiere. UN quartiere che, urbanisticamente , – ha aggiunto il dirigente – favorisce il crimine e crea difficoltà agli investigatori nelle indagini”. Vicoli stretti, tortuosi- alte mura, cancelli,”blindano” Mangialupi. E in quei vicoli si annida il malaffare. Lo spaccio, ( è lì che, spesso, vengono recuperati cadaveri di tossicodipendenti stroncati da overdose), e i depositi di armi. L’operazione Murazzo, del 2010, aveva portato alla luce l’ingente quantitativo di armi custodito in un casolare gestito da Letterio Campagna, ritenuto fidato uomo del clan. Poi, altri sequestri: lo scorso settembre, ed ancora due mesi dopo, e oggi quello di armi comuni e da guerra. “Quel tipo di tritolo- ha detto Anzalone- ha una formidabile potenza di esplosione”.
Cosa volessero farne, quelli di Mangialupi, è tutto da scoprire. Ad avvio indagini, gli esperti sono al lavoro proprio sul micidiale TNT 4, attraverso esami dattiloscopici e balistici. E poi c’è una cicca, un banale mozzicone di sigaretta dimenticato tra pistole e munizioni, che potrebbe “dire” qualcosa agli uomini della Scientifica, attraverso il DNA. C’era anche droga, vicino alle armi, oltre due chili di marijuana. Il tutto è stato ritrovato all’interno di una casa disabitata, custodito in due grossi borsoni. La Polizia è al lavoro.
Patrizia Vita
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