Qualche giorno fa avevamo pubblicato sul nostro sito lo sfogo di una nostra lettrice che aveva raccontato alla redazione di Normanno.com quanto le era successo nei pressi del Policlinico. Ricorderete il caso di Maria Adele De Leo, vittima di un brutto episodio di inciviltà mentre si trovava all’ospedale dove è ricoverato il padre. La donna, non avendo pagato un parcheggiatore abusivo che le aveva indicato un posto libero, dopo numerosi giri dentro il plesso ospedaliero e fuori, ha ritrovato la sua auto sfregiata su una fiancata e con entrambe le ruote posteriori a terra. Oggi ci è giunta la garbata ma attenta risposta del Policlinico che, nonostante non fosse direttamente coinvolto nella vicenda, ha tenuto a sottolineare la propria solidarietà alla nostra lettrice e a voler provvedere affinché possa essere reso migliore il servizio della percorribilità “a tempo” all’interno del recinto ospedaliero.
«Gentile Maria Adele,
Abbiamo letto, come sicuramente molti altri cittadini, la sua lettera di denuncia indirizzata nei giorni scorsi alla redazione del quotidiano on line “Normanno” e titolata Policlinico con percorribilità “a tempo”, parcheggiatori abusivi e vendicativi. La vicenda che l’ha vista, suo malgrado, protagonista è davvero spiacevole ed è giusto in questo caso pretendere risposte chiare ed esaustive. Le sue domande sono lecite; purtroppo noi non a tutte siamo in grado di rispondere, ma proveremo a farlo per quanto di nostra competenza.
Per comunicare avremmo potuto scegliere una via formale, fatta di un linguaggio altrettanto formale e burocratico, ma abbiamo pensato che fosse giusto utilizzare lo stesso mezzo e la sua stessa semplicità, quella semplicità di espressione che può appartenere solo a chi conosce bene le proprie ragioni. Come avrà avuto modo di vedere, il policlinico di Messina è una realtà estremamente eterogenea, nella forma e nella sostanza, dove ogni giorno transitano mezzi di ogni dimensione, così come un elevato numero di persone: visitatori, utenti, operatori, tecnici che quotidianamente affollano i viali e gli spazi all’interno.
In questi ultimi anni abbiamo cercato di mettere ordine e per far questo abbiamo dovuto apportare regole e correttivi: il sistema di parcheggi interni, è innegabile, ci ha permesso di moderare il traffico evitando al tempo stesso che situazioni ingiuste − come quella accaduta a lei fuori − potessero paventarsi all’interno delle stesse mura dell’azienda. Ma le regole, si sa, comportano sacrifici e di certo i regolamenti sono sempre migliorabili.
Ci rendiamo conto che il tempo a disposizione prima che scatti il via al pagamento è breve; per questa ragione − anche sollecitati dal suo intervento − stiamo pensando di trovare soluzioni più funzionali. Il tempo è prezioso e lei lo ha dimostrato in modo evidente.
Dispiace per quanto accaduto, ma dispiace soprattutto pensare di essere stati corresponsabili nell’aver accorciato quel tempo, preziosissimo, che lei avrebbe dovuto dedicare a suo padre. Le manifestiamo tutta la nostra solidarietà, augurandole che di tempo da trascorrere con suo padre lei ne possa avere tanto, non solo in termini di quantità, ma soprattutto di qualità e, questa volta, sì, lontano dalle mura di un ospedale».
Normanno è soddisfatto di aver ospitato tra le sue pagine la rabbia di una cittadina che è stata protagonista di un malcostume radicato nella nostra città e che sarebbe giusto eliminare una volta per tutte.
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