Venerdi di proteste. Il dipendente Triscele che minacciava il suicidio placato dal Prefetto. Intanto i precari sociosanitari occupano l’Asp

Pubblicato il alle

3' min di lettura

triscele 2Mimmo Sorrenti è sceso. Dopo 5 ore circa di presidio sul cancello della ditta Triscele di via Bonino, minacciando di darsi fuoco con una bottiglia di benzina, e incatenato, poco dopo le 13,30 ha preso la scala sistemata dai vigili del fuoco e ha rimesso piedi a terra. Subito è stato portato in ambulanza per il controllo. Dipendente “storico” della Triscele, Sorrenti ha deciso questa mattina l’incredibile protesta, dopo le notizie che sono uscite fuori ieri dall’incontro in Prefettura, dove i Faranda, titolari dello stabilimento,hanno dichiarato che non hanno e non intendono presentare il Piano industriale se prima non “monetizzeranno” la vendita dei terreni. “Voglio Francesco Faranda qui – ha gridato Sorrenti prima di scendere – deve dire chiaramente a 41 famiglie cosa intende fare, se vuole continuare a prenderci in giro. Chiedo alla politica, e soprattutto al presidente della Regione Crocetta, di interessarsi e interessare l’Heineken alla disponibilità a un nuovo collocamento”. Fondamentale dopo l’appello, la mediazione del deputato regionale Filippo Panarello, che ha parlato con Sorrenti insieme ai colleghi, per convincerlo a lasciare la postazione a tre metri di altezza. Sul posto è arrivato anche il prefetto Stefano Trotta, per parlare con Sorrenti. Trotta ha convocato per l’inizio della prossima settimana un nuovo incontro a Palazzo del Governo con i Faranda. Presenti per lunghe ore il segretario provinciale Cgil, Lillo Oceano, Giovanni Cocivera, della Flai, e Bartolo Cipriano, della Cisl. La zona, oltre ai vigili del fuoco, in allerta per eventuali “colpi di testa” di Sorrenti, ha visto il controllo di Carabinieri, Polizia e Digos. La circolazione veicolare in via Bonino è stata deviata in direzione Nord-Sud per la protesta. Dal primo gennaio – senza Piano industriale – il rischio forte è perdere altri 41 posti di lavoro a Messina. 41 ex lavoratori che senza piano industriale non avranno più la Cassa integrazione.

Ma il venerdì di proteste a Messina, registra altre proteste. In tarda mattina i precari “storici” ausiliari sociosanitari hanno “occupato” gli uffici Asp di via La Farina. Dopo un incontro con il responsabile dell’azienda sanitaria provinciale, Manlio Magistri, è stato detto loro che non potranno essere “chiamati” in servizio tra gli ospedali di capoluogo e provincia anche nel 2013 a causa della “stretta alla spesa” del governo Monti. Così i lavoratori, per tutta risposta, hanno iniziato il presidio a tempo indeterminato della sede Asp. 

@Acaffo

(99)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.