Ieri, le dichiarazioni del boss pentito Carmelo D’amico, che in aula, nel corso del processo Gotha3, sulla mafia barcellonese, aveva detto che l’ex deputato regionale di FI, Nino Beninati, aveva cercato voti per la propria campagna elettorale chiedendo al presidente del Consiglio comunale di Barcellona, Maurizio Marchetta, di reclutarli tra la mafia del Longano. Oggi, la secca smentita di Beninati alle illazioni del pentito: “Resto allibito, esterrefatto,- scrive Nino Beninati – dopo avere appreso dai giornali di una vicenda nella quale non so come possa esserci entrato.
La notizia è stata data in maniera non corrispondente alla realtà dei fatti. Non conosco e non ho mai visto questo Carmelo D’Amico e, di conseguenza, nego di essermi mai rivolto a lui o a chi per lui per qualsivoglia richiesta. Meno che mai posso essere ritenuto responsabile delle azioni che Maurizio Marchetta potrebbe aver ritenuto, personalmente e in totale autonomia, di condurre. Certo, in ogni caso, che nemmeno lui si sia mai rivolto al suddetto boss pentito.
Pertanto, in forza del danno arrecatomi, assolutamente in maniera gratuita, sto valutando la possibilità concreta di tutelare la mia immagine in sede giudiziaria.”
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