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Gioiosa Marea. Sequestrati depuratori, 6 indagati

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depuratore gioiosaSequestrati dalla polizia i due depuratori del Comune di Gioiosa Marea, notificati sei avvisi di garanzia ad amministratori, ex amministratori, dirigenti comunali e responsabili di due imprese coinvolte nella gestione degli impianti di Zappardino e San Giorgio, quest’ultimo realizzato 20 anni fa e mai entrato in funzione. Lo si e’ scoperto solo ora, nell’ambito dell’inchiesta per reati ambientali condotta dal sostituto della Procura di Patti, Rosanna Casabona, che ha chiesto e ottenuto dal Gip Domenico Molina i provvedimenti di sequestro. Nel 2013, durante la prima fase dell’inchiesta, cui collabora anche la Capitaneria di Porto, erano stati sequestrati oltre 40 metri cubi di fanghi da depurazione lasciati in deposito incontrollato. Sono tredici i capi d’imputazione contestati, dall’imbrattamento di acque marine all’omissione in atti d’ufficio, allo scarico di reflui con parametri batteriologici superiori fino a 1.100 volte superiori ai limiti previsti.
Contestato anche lo stoccaggio illecito di rifiuti speciali non pericolosi per i fanghi da depurazione non smaltiti e depositati dentro l’impianto di Zappardino. E’ stata individuata anche un’attivita’ illecita di smaltimento di rifiuti liquidi provenienti dalla pulizia della rete fognaria e scaricati senza la prescritta comunicazione presso l’impianto di Zappardino, utilizzato di fatto per lo smaltimento dei rifiuti liquidi, senza averne la specifica autorizzazione. Emerse anche procedure irregolari nell’affidamento dei lavori di manutenzione del depuratore. Secondo l’accusa, il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Gioiosa Marea, avrebbe artificiosamente frazionato i servizi per aggirare le regole in materia di appalti e di affido diretto dei lavori. In questo modo le opere sono state assegnate sempre alla stessa ditta, con continue proroghe di due mesi, per gli inquirenti non giustificate da alcuna motivazione valida.
Dal 2011 al 2013 sono state emanate 12 determine che, secondo l’accusa, hanno procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale al gestore dell’impianto.

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