Era nell’aria, prima o poi doveva accadere: i consiglieri comunali di Messina sono caduti nella rete della magistratura, che per 3 mesi, da novembre 2014 a gennaio 2015, tramite indagini affidate alla sezione Digos della Polizia, diretta da Michele Pontoriero, hanno monitorato ogni seduta di commissione svoltasi a Palazzo Zanca. Seduta consiliare che ad almeno 12 componenti di essa sta come una piccola manna. Una manna da 56,04 euro. A tanto ammonta il gettone di presenza dei consiglieri comunali per una presenza in seduta, anche se dura meno di 3 minuti.
La vergogna sta tutta qui, nel percepire 56 euro per rimanere esattamente 180 secondi in aula, quando non meno. Alcuni, infatti, addirittura hanno presenziato per 1 o 2 minuti: entro, firmo e vado fuori dal palazzo.
Uno, tra tutti, come accertato dalle riprese video della Digos, è addirittura un vero recordman per la durata di presenza in aula commissione: 20 secondi per calpestarne il suolo e via. E’ stato pagato esattamente 2,08 euro al secondo.
Sono 12 i consiglieri comunali destinatari della misura cautelare consistente nell’obbligo di firma alla Polizia Municipale, altri 11 sono indagati. In sintesi, su 40 tra gli eletti dai messinesi, 23 sono sotto i riflettori della magistratura.
E potevano esserci tutti e 40 se la valutazione dei magistrati inquirenti – procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e sostituto procuratore Diego Capece Minutolo – non fosse stata adottata in base ad alcuni criteri.
Vincenzo Barbaro, infatti, l’ha detto chiaro: ” Indagine molto complessa, anche se breve. Nei tre mesi di intercettazioni, appostamenti,riprese video, abbiamo individuato violazioni occasionali, vale a dire senza rilevanza penale, nei confronti di chi magari una sola volta al mese, era presente per pochissimo tempo; mentre per altri, che toccavano le 2 o 3 assenze mensili, la rilevanza penale c’era.
In pratica: tolleranza zero solo per le doppie o triple “presenze brevi”, purchè al di sotto dei 3 minuti . Per le “monoassenze” la procura ha chiuso un occhio. Come per chi superava anche di pochi secondi, i 3 minuti. Sotto sei indagato, sopra sei graziato.
Troppo buona? No, mani legate dal divieto di applicare misure interdittive di un certo peso nei confronti dei componenti di organi elettivi. Per dirla meglio: se a mancare all’appuntamento al dovere fossero stati cittadini comuni, non eletti dal popolo, accusati degli stessi reati che oggi gravano sul capo di 12 consiglieri comunali – truffa aggravata, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio – per loro sarebbero scattati,minimo, gli arresti domiciliari.
Hanno, invece, l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, emesso dal Gip Maria Militello, i consiglieri:
ABBATE Carlo, 56 anni, eletto nella lista del Partito Democratici Riformisti;
ADAMO Pietro, 32 anni, eletto nella lista del Movimento Siamo Messina;
AMADEO Pio, 44 anni, eletto nella lista del Movimento Articolo 4;
BURRASCANO Angelo, 56 anni, eletto nella lista del Movimento Il Megafono-Lista Crocetta;
CRIFO’ Giovanna, 55 anni, eletta nella lista del Partito Forza Italia;
CRISAFI Nicola Salvatore, 38 anni, eletto nella lista del Partito Nuovo Centro Destra- NCD;
CUCINOTTA Nicola, 44 anni, eletto nella lista del Partito Democratico;
DAVID Carmela, 50 anni, eletta nella lista del Partito Unione di Centro- UDC;
DAVID Paolo, 48 anni, capogruppo eletto nella lista del Partito Democratico;
SOTTILE Fabrizio, 32 anni, capogruppo eletto nella lista del Movimento Siamo Messina;
VACCARINO Benedetto, 44 anni, eletto nella lista del Partito Democratico;
ZUCCARELLO Santi Daniele, 35 anni, eletto nella lista del Movimento Progressisti Democratici.
Nell’ambito della stessa inchiesta sono indagati altri 11 consiglieri, ma senza avere avuto applicata alcuna misura cautelare. Sono: Libero Gioveni, Pietro Iannello, Rita La Paglia, Maria Perrone, Nora Scuderi, Donatella Sindoni, Santi Sorrenti, Giuseppe Trischitta, Carlo Cantali,Andrea Consolo, Nino Carreri.
Patrizia Vita
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