L’auto che alle 21,05 di questa sera, una BMW X6, ha varcato il cancello del carcere di Gazzi trasportava un detenuto d’eccezione, Francantonio Genovese. Scortato da un’auto Civetta della Squadra Mobile,che seguiva la BMW a sirene spente, l’ex sindaco di Messina, ex segretario regionale del PD,, il parlamentare, si è costituito a poche ore dal sì al suo arresto espresso dalla Camera.
Erano le 18,05 quando i 371 sì al carcere per un parlamentare sono stati resi noti. In quel momento lui si trovava ancora sul’aereo che stava per portarlo da Roma all’aeroporto di Reggio Calabria. Erano i suoi ultimi minuti di libertà. Atterrato alle 18,15, con un quarto d’ora d’anticipo, la traversata e poi lo sbarco a Messina, alle 19,05. Agli approdi della Compagnia di navigazione, la Caronte Tourist, che per buona parte gli appartiene, c’era ad attenderlo una Mercedes classe A, a bordo agenti della squadra mobile. Lo hanno scortato, hanno lasciato che il tragitto sino a casa (Via Libertà, Panoramica, sino alla villa di via Circuito, a Tore Faro) per salutare la famiglia, probabilmente raccogliere cose personali utili in carcere, Genovese lo facesse con la moglie e l’autista, sulla sua auto.
A Gazzi è arrivato alle 21,05. Ad attenderlo giornalisti, fotografi, cameraman. L’ex sindaco di Messina, seduto lato passeggero, ( l’auto era condotta dal suo difensore, avvocato Nino Favazzo) non si è sottratto ai flash, alle telecamere. Ha guardato in faccia chi lo aspettava da ore. Pochi attimi per vederlo stanco, provato, e il cancello del carcere di Gazzi si è chiuso dietro quell’auto grigia, dietro le due della polizia, che strombazzavano per farsi largo tra la ressa della stampa. La giornata più lunga nella vita del politico più potente di Messina, per la cronaca, si è chiusa dietro quel cancello. Non per Francantonio Genovese.
Patrizia Vita
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