Indagini serrate, da parte dei carabinieri, sull’omicidio di Caterina Basile, l’87enne trovata legata e imbavagliata al letto della sua abitazione di Pace del Mela, nella tarda mattinata di ieri.
Indagini che al momento non escludono alcuna pista. Pur prevalendo quella della rapina, infatti, gli investigatori dell’Arma non escludono neanche la simulazione di una rapina.
Ci sono, al momento, elementi al vaglio. Il primo: la porta d’ingresso che non presenta segni di effrazione potrebbe significare che la donna abbia aperto a chi l’ha uccisa, oppure che l’intruso (o gli intrusi) sia entrato dal retro della casa?
Secondo elemento: Caterina Basile, nonostante l’età, era una donna molto attiva, energica, avrebbe aperto la porta ad uno sconosciuto?
Terzo elemento: la casa era soqquadro. Genericamente significa che chi l’ha uccisa cercava denaro, gioielli ( la donna era benestante, titolare dell’oleificio che ha sede nello stesso paese), ma la domanda è: perchè cercare se la vittima era lì, in casa, e poteva parlare, dire dov’erano nascosti denaro e preziosi? Era necessario legarla al letto, imbavagliarla e buttare in aria ogni mobile, suppellettile dell’abitazione? C’è da credere che una donna di 87 anni abbia potuto resistere ai tentativi di farla parlare? Peraltro, il corpo non presenta segni di violenza, percosse alle quali l’anziana sarebbe stata sottoposta, sino a morirne.
In conclusione, si tratta di una rapina finita male oppure di una simulazione di rapina? La seconda ipotesi ha tutti gli elementi a supporto. Lo scenario, quasi da film, pare persino troppo simile a un copione. Quasi una forzatura. Su questo lavorano gli investigatori, gli uomini del Ris.
Oggi l’autopsia sul corpo di Caterina Basile. Dal risultato si potrà prediligere l’una o l’altra ipotesi investigativa.
Patrizia Vita
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