La telefonata tra il primario Matteo Tutino e il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta resta un giallo, tanto che per fare luce la Procura di Palermo ha deciso di aprire un’inchiesta a modello 45, senza reati ne’ indagati. Il procuratore Franco Lo Voi ha ribadito anche oggi che agli atti di nessun procedimento dell’ufficio c’e’ l’intercettazione in cui Tutino direbbe al silenzioso governatore che l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, “va fatta fuori come suo padre”, il giudice Paolo, ucciso nella strage di via D’Amelio. “La registrazione non c’e’, dunque non esiste”, ha detto Lo Voi, di fronte alle nuove conferme da parte del direttore dell’Espresso, che ha pubblicato in esclusiva la notizia e che ancora oggi, con il direttore Luigi Vicinanza ha tenuto il punto, sostenendo che la Procura e’ costretta a smentire un fatto vero solo perche’ ci sono altre indagini in corso.
Ma la registrazione, ha ribattuto Lo Voi, sarebbe stata utilissima alle indagini e non sarebbe mai e poi mai stata segretata, cosi’ come sostenuto ancora oggi dal direttore dell’Espresso. La verifica sara’ adesso a 360 gradi, per capire se ci sia una qualsiasi fonte che abbia volutamente passato ai giornalisti una “polpetta avvelenata”, una notizia falsa e destituita di fondamento, che pero’ ha scatenato e continua ad agitare un putiferio politico, portando le prime tre cariche dello Stato e il premier ad attaccare Crocetta e il governatore siciliano sull’orlo delle dimissioni.
Fin qui le notizie di cronaca, che descrivono un contesto ancora confuso. Sul fronte della politica sembra invece profilarsi una schiarita. E se il governatore resta “autosospeso”, non parla e riflette nella sua casa di Tusa, il Pd sembra intenzionato a sostenerlo ancora.
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