Confisca di beni per 50 mln a Scinardo. Per la Dia è il collante dell’asse mafioso Mistretta-Catania

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diaNuova confisca di per gli imprenditori Scinardo, ritenuti vicini alla mafia di Mistretta. Un patrimonio quantificato in circa 50 milioni di euro e costituito da societa’, ditte individuali e numerosi immobili, tra cui vaste distese di terreno e svariati fabbricati, e’ stato confiscato dalla Dia di Catania e Messina, su provvedimento emesso dal Tribunale di Catania, nei confronti di Giuseppe Scinardo, imprenditore ritenuto uomo di fiducia del capomafia di Mistretta, Sebastiano Rampulla. Un fratello di quest’ultimo fratello, Pietro Rampulla, e’ stato condannato per avere confezionato l’ordigno usato a Capaci per uccidere il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. Al figlio di Giuseppe Scinardo, Mario, nello scorso aprile, la Dia aveva confiscato un impero economico da 200 milioni di euro.
Giuseppe Scinardo, 76 anni, e’ indiziato di appartenere alla cosca mafiosa del “Gruppo di Mistretta”, e di aver tenuto rapporti con Cosa nostra catanese. Originario di Capizzi, ma stabilitosi a Militello Val di Catania, l’uomo, secondo la Dia, si era avvicinato al clan operante nel comprensorio di Caltagirone, capeggiato da Francesco La Rocca, e avrebbe favorito la latitanza dell’allora reggente della famiglia catanese di Cosa nostra, Umberto Di Fazio, poi divenuto collaboratore di giustizia. Anche grazie alle sue dichiarazioni, e a quelle di Giuseppe Mirabile, gli inquirenti hanno ricostruito che le proprieta’ di Scinardo hanno ospitato vari summit mafiosi che mettevano in contatto i Rampulla di Mistretta, i rappresentanti della famiglia di Caltagirone e della famiglia di Catania. Gli Scinardo avevano interessi nelle energie alternative e nello sviluppo di progetti relativi a parchi fotovoltaici nella piana di Catania. I beni confiscati a Giuseppe Scinardo, a sua moglie, Annina Briga, e a sua figlia Carmela, comprendono, tra aziende, tra societa’ e ditte individuali che operano nel settore della coltivazione e dell’allevamento di bovini e ovicaprini, 324 terreni per una estensione complessiva di circa 700 ettari, sparsi nel Catanese, tra Militello Val di Catania, Mineo e Vizzini, e a Capizzi, 33 fabbricati e 6 veicoli.

 

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