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Condanna a 5 anni per l’amante della donna che ammaliò un disabile

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tribunale-messina 1Condanna ridotta in Appello di 1 anno ( 5 anni contro i 6 del primo grado) per Francesco Armando, palermitano, 42 anni, che con la complicità dell’amante, fu accusato di avere costretto un disabile, con violenze e minacce, a cedere i proventi dell’affitto dei propri beni, la pensione e i risparmi.
Nella ricostruzione dell’accusa, la vittima, benestante, proprietario terriero e di immobili, disabile perchè affetto da sclerosi multipla, nel 1998 conosce una donna, Mariella. Se ne invaghisce. Lei, bella e indigente, ha bisogno di sostegno economico. Lui le dona 100 milioni di lire. La storia, non una vera e propria relazione ma un rapporto ambiguo tra le parti, prosegue. Siamo nel 2002, lui intasca 34mila euro dall’Inps e dona anche quella somma alla donna. Non le basta, vuole un’auto: una BMW 575, che le viene regalata. Nel corso dell’anno lei conosce un palermitano, 30 anni, Francesco Armando, e convince l’amico disabile e generoso ad ospitare il nuovo “amico”: – “per dargli anche un sostegno in casa”- gli dice. Armando entra in casa e accudisce l’uomo. Soltanto 10 giorni dopo cominciano le richieste: vuole 700 euro per quanto sin lì svolto per lui. L’altro si accorda per 600 euro al mese. Apparentemente un normale accordo di lavoro, ma è solo l’inizio di un incubo per la vittima. Poco a poco gli vengono sottratti i proventi degli affitti di numerosi appartamenti e la pensione per intero: nel totale 3500 euro al mese. Gli sottraggono persino la carta di credito. A lui, il disabile, vengono dati 10 euro al mese. Se ne lamenta con Mariella, lei risponde che lo avrebbe lasciato per sempre e non l’avrebbe mai più vista. Il poveretto resiste, non vuole perderla. Mariella e Francesco, occasionalmente, abitano anche uno degli appartamenti della vittima: ne fanno il loro nido d’amore.
A questo punto scatta la rabbia nell’uomo. Dice ad Armando che non vuole più vederlo. L’altro, però, per andarsene vuole 26mila euro come risarcimento per il lavoro che aveva abbandonato per “assisterlo”, più 15mila che, a detta del palermitano, aveva “prestato” al disabile.
41mila euro che non prenderà mai. Al momento della consegna, infatti, ci sono i carabinieri, ai quali la vittima si è finalmente rivolto.

Tutto questo avveniva a Santa Lucia del Mela sino al 2003.
Nel 2011 Armando è stato condannato a 6 anni di reclusione ( per l’amante/complice procedimento a parte). Adesso, in appello, pena ridotta a 5 anni per estorsione pluriaggravata.
Il difensore di Armando, avvocato Nino Cacìa, è pronto al ricorso per Cassazione non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza.
Il legale ha dichiarato: “Non sussiste alcuna ipotesi di estorsione quanto piuttosto la capacità ammaliatrice di una donna molto bella”.

Patrizia Vita

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