C’è Torre Faro, che da settimane ha focalizzato su di sé l’attenzione dell’Amministrazione e della stampa, e poi c’è Faro superiore, anzi, “inferiore”, viste le condizioni in cui si trova questo villaggio sulle colline della zona nord.
Per un periodo senza acqua, da mesi con le strade ridotte a una serie infinita di buche, ma, soprattutto, con le strade invase dalla spazzatura.
I cassonetti stracolmi, la strada ridotta ad un budello per i cumuli di rifiuti che, sotto il sole di agosto e con le temperature torride degli ultimi giorni, fanno “sentire” in maniera chiara e limpida la propria presenza.
Dalle foto si nota chiaramente come la strada che collega Faro superiore a Tono, ampia nel suo primo tratto, presenta delle strettoie per cumuli di sacchetti che hanno invaso le corsie.
Un trattamento, quello riservato al villaggio collinare, che non è molto diverso da quanto si verifica da settimane a San Saba, Rodia e nella zone costiere dell’estremità nord della città. Situazione che viene segnalata da lettori ma anche dal consigliere della VI circoscrizione, Mario Biancuzzo, che, quasi facendo una “foto-cronaca della monnezza”, invia in redazione scatti su scatti per denunciare lo stato di degrado in cui si trovano villaggi di pescatori che potrebbero essere dei gioielli della città, esattamente come Torre Faro.
Un’Amministrazione che oggi è concentrata sulla viabilità a Capo Peloro che, per carità, ci può pure stare, anzi era necessaria, ma che ignora tutto il resto, che non conosce o, e sarebbe peggio, non si cura di situazioni di degrado in zone della città che sono state e sono ancora belle da vivere e che, soprattutto, sono abitate da chi paga le tasse esattamente come fa chi vive in altre zone cittadine.
Che la raccolta dei rifiuti nelle ultime settimane, a voler essere buoni, sia stata insufficiente ed inadeguata, è fatto noto, che i rifiuti abbiano invaso anche il viale San Martino, pure, ma che non si focalizzi l’attenzione anche su zone più periferiche e meno “esposte” al flusso turistico è inaccettabile per un’Amministrazione che si era impegnata a “cambiare” la città nella sua interezza, non solo per chi è di passaggio ma per chi la vive nel quotidiano.
Inutile aggiungere altre parole, le foto, le segnalazioni continue di cittadini esasperati, parlano da sole, ma, come recita un detto popolare, “qui si fanno figli e figliastri”.
Mimma Aliberti
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