Cateno De Luca non è colpevole di associazione a delinquere nel caso Fenapi, questo il parere espresso dalla Corte d’Appello nella giornata di ieri. Il castello accusatorio che aveva portato all’arresto dell’attuale primo cittadino di Messina si riduce quindi sensibilmente: De Luca sarà processato “soltanto” per evasione fiscale.
Ieri la Corte d’Appello di Messina ha confermato la decisione del Gup dello scorso luglio sul caso Fenapi: Cateno De Luca non è stato ritenuto colpevole di associazione a delinquere e sarà chiamato a giudizio nuovamente per il reato di evasione fiscale, inerente il presunto giro di fatture false per un valore di circa 1milione e 700mila euro riconducibili al CAF Fenapi.
Lo stesso giudizio si estende anche agli altri imputati nel caso Fenapi, fra i quali Carmelo Satta, ex-sindaco di Alì e presidente del Centro di Assistenza Fiscale.
La Procura si era opposta strenuamente al giudizio espresso dal Gup, chiedendo il rinvio a giudizio per tutti i reati, ma la Corte d’Appello ha ritenuto giusto procedere diversamente.
«Ringrazio il Collegio (della Corte d’Appello, ndr) che ha messo la parola fine a questa ulteriore vicenda che mi ha fatto molto soffrire e ha fatto soffrire molto la mia famiglia. Sono contento così, andiamo avanti senza se e senza ma», così Cateno De Luca ha commentato a caldo sui social la decisione ricordando l’arresto avvenuto l’8 novembre 2017, due giorni dopo la sua elezione in qualità di deputato ARS.
«La Corte d’Appello di Messina smentisce definitivamente la Procura – aggiunge il primo cittadino – DE LUCA NON POTEVA ESSERE ARRESTATO. Fenapi non è una associazione criminale».
«Il Gruppo Fenapi – prosegue De Luca – era stato sottoposto ad accertamenti continui e penetranti ed io fui arrestato l’8 novembre 2017 appena due giorni dopo essere stato eletto deputato regionale. Già il GIP e poi il Tribunale della Libertà di Messina, non solo avevano disposto la mia liberazione ma avevano anche con motivatissimi provvedimenti escluso la configurabilità di qualsiasi reato che potesse condurre all’arresto. La Procura di Messina aveva ugualmente chiesto il rinvio a giudizio, ancora una volta smentita dal GIP».
«Prendo atto con soddisfazione di questa decisione, che spazza via oltre otto anni di problematiche create alla attività di uno dei più importanti Centri di Assistenza Fiscale. […] Aspetto con fiducia la conclusione di tutta la vicenda giudiziaria (giudizio per evasione fiscale, ndr), certo che sarà positiva anche grazie al lavoro dei miei legali».
Cateno De Luca, infine, conclude dedicando «questo ulteriore riconoscimento, proveniente dalla più alta istituzione di garanzia, ai cittadini di Messina che hanno creduto nella mia onestà e mi hanno voluto loro sindaco. Un grazie di cuore ai difensori Avv Prof. Carlo Taormina, Emiliano Covino, Tommaso Micalizzi e Giovanni Mannuccia».
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