Carla è nata 4 anni dopo la morte del padre. E gli somiglia tanto. Nessun pettegolezzo, nessuna morbosa curiosità su questa nascita. Chi sa la storia di Carla, della sua mamma, Sabrina, del suo papà, Giancarlo,ha solo tanta gioia. La sua nascita è frutto di una volontà ferrea, quella di Giancarlo e di Sabrina. Insieme, due che si amavano oltre la morte, a quell’amore hanno voluto dare un seguito attraverso Carla. Con Carla.
Superando barriere etiche, legali e sociali, un uomo e una donna, lui malato terminale, hanno scelto di dare alla luce un figlio. Anche dopo la scomparsa di lui.
Giancarlo ha lasciato un testamento e il suo seme, che con la tecnica della crio-conservazione, 4 anni dopo la sua morte, dopo numerosi tentativi, ha generato una bimba – identica a lui- dice la neo-mamma e chi lo conosceva bene.
Sabrina, adesso, dopo avere stretto la loro bimba tra le braccia, la prima volta lo scorso 31 luglio, è pronta ad affrontare la battaglia legale che la aspetta.
Già, perché la legge è chiara: c’è un limite massimo di 300 giorni (dalla morte del coniuge) entro il quale è consentita dai giudici la fecondazione assistita e, di seguito, la paternità.
Ma Carla si è presa i suoi tempi per venire al mondo, e quei 300 giorni li ha superati di parecchio. Ha aperto gli occhi all’ospedale Piemonte di Messina, venerdì 31 luglio. Prima volta in Italia che un figlio nasca da un padre defunto, oltre il limite consentito dalla legge.
Giancarlo, Sabrina, Carla: una famiglia.
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