Due anni fa la vergogna, oggi l’innocenza. Due ragazzi, al tempo sedicenni, studenti del liceo scientifico Archimede, nel febbraio 2013 erano stati coinvolti in una vicenda giudiziaria: accusati di atti sessuali ai danni di una compagna di classe. Adesso, per i due studenti, il Tribunale dei Minori, con sentenza del giudice Daria Orlando, è arrivata l’assoluzione, “perché il fatto non sussiste” e “perché il fatto non costituisce reato”.
I due ragazzi, che allo scattare dell’inchiesta furono sottoposti all’obbligo della permanenza in casa, in pratica arresti domiciliari, furono anche protagonisti sulle pagine di Facebook. Attori principali della rappresentazione scatenata dal tam tam del social. Poi, le indagini, avviate dai carabinieri, scattate quando sulla scrivania di un magistrato giunse la denuncia dei genitori di una studentessa, che raccontarono dell’incubo vissuto dalla figlia sedicenne.
Sulla figlia- dissero – si erano accentrate le attenzioni di due compagni di classe. E non erano benevole. Secondo il racconto della ragazza, infatti, l’avrebbero palpeggiata, spogliata anche, a scuola, durante il cambio d’ora o la ricreazione. E ancora, messaggi su facebook, ironici inviti a mostrare parti intime del suo corpo, battute. Poi, lei, stanca, decise di raccontare tutto ai genitori. Due anni dopo, la sentenza di assoluzione.
Hanno difeso gli avvocati Rina Frisenda, Alberto Gullino e Anna Scarcella.
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