La macchina del primo soccorso e dell’accoglienza di Prefettura e Capitaneria di Porto si è rimessa in moto questa mattina. Intorno alle 8 il molo Marconi ha fatto da scenario ad nuovo sbarco di migranti. Dal pattugliatore sono scesi 351 disperati, la maggioranza uomini provenienti dalla regioni sub-sahariane.
Intanto, al questione migranti continua ad essere un tema caldo a Palazzo Zanca. Mercoledì scorso l’assessore ai Servizi Sociali Nina Santisi è intervenuto in Commissione consiliare presentando in Aula una lunga relazione sulle attività e i progetti che l’amministrazione sta portando avanti per favorire l’accoglienza dei profughi. Santisi, terminato il monologo, ha poi lasciato Palazzo Zanca senza poter ascoltare le repliche dei consiglieri e della Coordinatrice Area Immigrati Consulta Comunale Tania Poguisch. Proprio quest’ultima ha diramato alla stampa una lettera, rispondendo a distanza allo stesso assessore ai Servizi Sociali, fornendo dati e fatti sul modo in cui è stata gestita l’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati a Messina.
In Sicilia abbiamo il maggior numero di sbarchi e di arrivi. Il rapporto citato descrive attraverso la presentazione dei dati una situazione che non può più essere trattata come la solita emergenza, proprio perché la crescita degli arrivi nei prossimi mesi è già evidente e bisognerà prestare una grande attenzione politica e amministrativa. Non è un caso e non va sottovalutata la dichiarazione del Prefetto Morcone, il quale durante la presentazione dei dati del rapporto del Viminale, ha sottolineato il fatto che “il futuro è l’accoglienza diffusa, da condividere sui territori”. Dichiarazioni chiare e forti che intendono indicare interventi diversi per porre fine all’emergenza e all’istituzione di grandi centri, per la cui gestione il costo dell’accoglienza viene in gran parte riversato sul territorio sotto forma di stipendi ad operatori, per affitti e consumi.
Mentre a Messina continua l’accoglienza dei MSNA nelle strutture che non rispettano gli standard previsti dal decreto regionale di Crocetta del 13 agosto 2014(anche questo con molti limiti, ma è stato ritenuto necessario dal governatore Crocetta per stabilire nel disastro più totale di un’accoglienza senza alcun criterio di rispetto di un minimo di standard qualitativo per la vita dei minori) e mentre lo stesso Prefetto Morcone chiede un impegno serio ai sindaci, indicando che è necessario seguire un’altra filosofia dell’accoglienza perché non bisogna far concentrare numeri elevati di persone in grandi strutture, a Messina apre l’hotel Liberty ancora accreditato come struttura per anziani. In questo caso, nonostante l’assessore Santisi snocciolasse nel suo intervento nella commissione dati e mostrasse le centinaia di strutture siciliane e non per l’accoglienza dei MSNA, qualche ora dopo il suo abbandono dell’aula, i minori stranieri non accompagnati giunti nello sbarco del 13 aprile a Messina venivano ospitati nella nuova struttura entrata in campo con un’ordinanza continginbile ed urgente emanata dal sindaco Accorinti.
Il sindaco di Messina dichiara che il problema che lo costringe a firmare d’urgenza questo tipo di ordinanza è dato dal fatto che Messina a causa della sua posizione geografica è destinata ad essere continuamente porto di arrivo e di sbarchi. Negli interventi dei due amministratori continua ad essere ignorato l’indirizzo dato dal Prefetto Morcone, un rappresentante del governo e non certo uno dei soliti “barricaderi”.
Ascoltare gli attivisti e gli operatori in una commissione consiliare del Comune di Messina, dedicata in diverse sedute a questo tema e fortemente voluta dalla presidente Donatella Sindoni, farebbe onore. Ma non è così purtroppo e anche se ringraziamo la consigliera Sindoni per la sua sensibilità e attenzione, non credo che basterà ciò per far cambiare rotta ad un sindaco che non vuole ascoltare neanche gli indirizzi di un rappresentante del governo.
Certo, dobbiamo insistere ed è per questo che quel gruppo pazzo e visionario di attivisti continuerà a lavorare con i monitoraggi, le domande e anche le proposte.
Nel mio intervento, chiuso per ben due volte consecutive nella mia borsa per mancanza di tempo, erano indicati dei suggerimenti, senza presunzione ed arroganza, ma confrontati con altri attivisti e operatori che in Sicilia si battono per fermare questo delirio dell’emergenza. Si, perché si continua ad operare con questo metodo che insegue l’emergenza. Basta.
L’assessore Santisi dall’inizio del suo mandato ha cercato di utilizzare molti bandi e questo le fa certamente più onore rispetto al suo predecessore, perché è anche questa una strada da perseguire e va sostenuta. Ma c’è un ma. Si. E il ma è che quest’amministrazione ha mostrato, in primis il sindaco pacifista, disinteresse al confronto con la base. Il sindaco Accorinti convocato dalla presidente Sindoni per ben quattro volte ha sempre risposto di avere impegni istituzionali. Eppure degli oltre 14.000 mila minori non accompagnati giunti nelle nostre coste, un numero consistente è passato dalla città di Messina. Degli oltre 5000 minori non accompagnati ad oggi irreperibili, in particolare di nazionalità eritrea, sono passati dal molo messinese.
Cosa avrei chiesto alla presidente Sindoni: di promuovere e sensibilizzare questa amministrazione affinchè chiedesse un incontro con l’Anci regionale per discutere dei problemi che hanno le associazioni a partecipare ad alcuni bandi sprar e a confrontarsi per promuovere un’accoglienza umana e capace di fare integrare nel tessuto culturale e sociale chi viene da situazioni drammatiche. La dimostrazione di quanto sia difficile partecipare per concorrere a questo tipo di bandi è stato uno degli ultimi bandi sprar per MSNA con scadenza luglio 2015, perché le cifre giornaliere per ogni minore era quasi irrisoria e le associazioni nella maggior parte dei casi, se non vengono sostenute dai comuni che aumentano la loro quota parte e si spinge l’ANCI a segnalare questi problemi al Servizio Centrale che ha il compito di coordinare gli sprar, rischiano di indebitarsi e di non poter garantire la partecipazione ai bandi per la realizzazione della seconda accoglienza. In tutta Italia la risposta e la partecipazione al bando è stata insufficiente rispetto al bisogno di creare luoghi di inclusione sociale ed economica per i tanti giovani che arrivano dall’altra sponda del Mediterraneo. Questo alimenta un giro vizioso che nel tempo farà aumentare il numero degli affaristi dell’accoglienza e di imprenditori morali.
Aprire al più presto un tavolo con l’ANCI nazionale e regionale, gli enti locali e le associazioni.
Più volte come attivisti e associazioni abbiamo richiesto di avere accesso al molo durante gli sbarchi perché anche essere degli osservatori attivi può dare un contributo e più forza ad amministratori che vogliono dare un altro segnale sull’accoglienza. Non possiamo accettare di continuare a sentire dire all’assessore Santisi che allo sbarco i compiti per la segnalazione spettano all’agenzia Frontex.
Frontex è il braccio armato dell’UE e Messina deve rivendicare il fatto che vuole mostrare un altro volto. Dobbiamo e possiamo opporci cercando di mostrare che sul campo e su quel molo questa amministrazione vuole gli operatori sociali, le associazioni di tutela e gli attivisti.
Aprire un tavolo su queste richieste e in presenza del Sindaco Accorinti.
Altro problema fatto emergere ampiamente dagli attivisti e dalle associazioni intervenute nelle precedenti commissioni, riguarda i minori che diventano adulti mentre sono inseriti in strutture come il centro Ahmed.
Da alcuni monitoraggi svolti nei mesi scorsi dal gruppo di Borderline Sicilia sul territorio messinese, è emerso che alcuni minorenni incontrati in centri di accoglienza o che erano ospiti nel centro Ahmed, sono stati trasferiti nella struttura dell’ex caserma Bisconte da un giorno all’altro, appena compiuto il diciottesimo anno di età.
Voglio porre la questione con molta semplicità: cosa succede in questi frammenti? I minori vengono ascoltati dagli operatori legali del centro? Incontrano gli avvocati? Che ruolo svolgono le assistenti sociali?
Nell’ispezione che è stata fatta il 7 marzo 2016 dal parlamentare del M5S Francesco D’Uva insieme a Antonio Mazzeo e Giovanna Vaccaro di Borderline Sicilia, abbiamo incontrato alcuni di questi giovani. In particolare un giovane che era stato ospitato nel mese di settembre 2015 nella palestra Russello di Gravitelli , poi trasferito in una struttura di S. Alessio S., ha nel frattempo raggiunto la maggiore età e alla data dell’ispezione si trovava nell’ex caserma di Bisconte.
Infine, una segnalazione sulla presenza di MSNA presso il Pala Nebiolo è stata fatta al Dipartimento Politiche Sociali il 2 febbraio 2016 dall’associazione Borderline Sicilia. Durante un’attività di monitoraggio che si è svolta il 30 gennaio 2016, gli attivisti e l’associazione Borderline Sicilia hanno incontrato all’esterno del Pala Nebiolo, dopo un colloquio con i giovani ospiti della struttura cercando di creare un momento di fiducia per rompere il loro silenzio, alcuni minorenni ci hanno mostrato il proprio certificato di nascita che attestava e dimostrava chiaramente la minore età.
Alla segnalazione non è seguita alcuna risposta. Non siamo venuti mai a conoscenza se ci sono state le dovute verifiche e se le assistenti sociali sollecitate come dipartimento dalla lettera di segnalazione siano intervenute. Sottopongo alla commissione e alla presidente Sindoni il problema e richiedo una possibile verifica sugli interventi messi in campo dal dipartimento politiche sociali. Nella scorsa seduta ho fatto acquisire la richiesta di Borderline Sicilia in cui è stata fatta la segnalazione agli atti.
Tania Poguisch
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