Nelle prime ore di ieri , i Carabinieri della Stazione di Messina Tremestieri hanno arrestato Francesco Armando, con vari precedenti di polizia, classe 1973 originario di Palermo, ma da anni attivo nella provincia di Messina. I militari hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina. L’uomo è tenuto ad espiare una pena di sette anni e nove mesi di reclusione poiché riconosciuto colpevole dei reati di estorsione in concorso, simulazione di reato, rapina e furto aggravato, commessi a Messina in diversi periodi.
I primi fatti di cui si è reso responsabile il 43enne risalgono al settembre 2003, quando a Santa Lucia del Mela, con la complicità di una donna, costrinse un uomo, con violenze e minacce, a cedere i proventi dell’affitto dei propri beni, la pensione e i risparmi. La vittima, benestante, proprietario terriero e di immobili, affetto da una grave malattia, nel 1998 conobbe la donna e se ne invaghì. Lei, bella e indigente, riuscì presto ad ottenere numerose donazioni, cifre di denaro ed altri regali, tra cui un’autovettura costosa. In quel periodo la stessa donna conobbe Armando e convinse la vittima, ad ospitare il nuovo “amico”, con il pretesto di fornire un supporto nelle quotidiane esigenze di vita, rese difficili dalla malattia sofferta. Il palermitano entrò in casa per accudire l’uomo, ma soltanto 10 giorni dopo cominciarono le richieste. Armando volle riconosciuto un compenso mensile per i servizi svolti.
Apparentemente un normale accordo di lavoro, ma fu solo l’inizio di un incubo per la vittima, a cui furono sottratti i proventi dell’affitto di numerosi appartamenti e l’intera pensione . Alla vittima vennero lasciati solo pochi euro al mese. Il poveretto resistette per diverso tempo, fino a raggiungere il limite di sopportazione, arrivando ad intimare ad Armando di lasciare la sua abitazione. Il soggetto per andarsene chiese però 26.000 euro come risarcimento per il lavoro che aveva abbandonato per poterlo assistere, più 15.000 che, a detta del palermitano, gli aveva “prestato”. Soldi che però non ha mai incassato. Al momento della consegna, infatti, ci sono i Carabinieri, contattati dalla vittima.
La pena per simulazione di reato si riferisce, invece, a fatti avvenuti a Messina nel dicembre 2004, quando Armando ha presentato ai Carabinieri di Tremestieri una denuncia di furto della propria autovettura, dopo averla in realtà distrutta in un violento incidente stradale sulla S.S. 114, all’altezza di Giampilieri.
Nell’agosto 2007, il palermitano ed un complice si sono resi responsabili di rapina e furto aggravato ai danni dell’Autogrill all’interno dell’area di servizio Tremestieri. I due si erano appena impossessati di oltre 2.000 euro di merce, minacciando di morte il personale addetto per guadagnarsi la fuga. Ma una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Messina riuscì ad intercettarli e bloccarli praticamente all’uscita dell’area di sosta, traendoli così in arresto in flagranza di reato ancor prima che riuscissero ad imboccare l’uscita autostradale.
Ieri l’uomo, che ha precedenti anche per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale, violenza privata, danneggiamento, atti persecutori ed evasione, è stato quindi tratto in arresto dai Carabinieri e tradotto nella Casa Circondariale di Gazzi, dove dovrà scontare il cumulo delle pene inflitte per i reati di cui l’Autorità l’ha riconosciuto responsabile.
(361)