Sono iniziati a Messina i lavori di demolizione dei fabbricati degli ex Magazzini Generali finalizzati alla realizzazione del nuovo I-Hub: giù anche i murales, a partire da “Lillo il marinaio”, che per anni hanno abitato le facciate dell’edificio grazie al progetto di street art “Distrart”, avviato nel 2015. A breve anche l’abbattimento degli edifici dell’ex Mercato Ittico e degli ex Silos Granai.
A Messina sono iniziati i lavori per la realizzazione del nuovi I-hub, il co-working con spazi verdi e aree per lo studio e la ricerca, progetto promosso ai tempi dell’Amministrazione De Luca dall’allora assessore e vicesindaco Carlotta Previti, e poi ripreso dalla Giunta Basile che, nella giornata del 14 settembre 2023 ha dato il via alle demolizioni. La nuova struttura sorgerà negli spazi oggi occupati dagli ex Magazzini Generali, dal Mercato Ittico e dagli ex Silos Granai, nell’area vicina alla Stazione Centrale e alla Marittima. Proprio lì, da diversi anni, campeggiano i murales realizzati nell’ambito del progetto Distrart, da “Lillo il marinaio”, alla sirena di Julieta.Xlf. Murales che saranno pian piano buttati giù insieme alle pareti che li ospitano.
Tanti in questi giorni i messaggi di “addio”, in particolare all’amatissimo “Lillo il marinaio”, dell’artista Seacreative, che col suo sguardo malinconico vegliava e in qualche modo rappresentava la città di Messina. A contestare la scelta di non salvare le opere di street art, tra gli altri, l’architetto Nino Principato: «Con la demolizione degli ex Magazzini Generali a Messina – scrive sui social – e, fra poco, degli ex granai per la realizzazione del cosiddetto “i hub” digitale, scompariranno per sempre alcune belle e pregevoli opere d’arte della “street art”. Perché non staccarli, preservarli e ricollocarli nelle pareti dei nuovi edifici? Oppure usare il sistema del “facade retention”, cioè mantenimento della sola facciata che usano in tutti i paesi civili, non certo a Messina».
Ad intervenire, sempre sui social, anche la critica d’arte Mariateresa Zagone che, pur sottolineando le difficoltà e le controversie riguardanti l’idea di salvaguardare la street art (per sua natura “temporanea”), commenta: «Resta però un fatto, ed è di fondamentale importanza nonché di valore civile: quello di preservare non tanto un’opera d’arte, ma un oggetto che individua una serie di valori nei quali si riconosce una collettività e che pertanto devono essere trasmessi al futuro. L’intervento conservativo diventa così un atto che comporta il riconoscimento di questi principi e la mediazione tra le diverse istanze degli attori chiamati in causa quali l’artista, il restauratore, il proprietario del bene e la comunità (come indica Alessia Cadetti in “Conservare la street art”). Alla luce di queste considerazioni, appare importante iniziare una riflessione consapevole sull’arte urbana, nella convinzione che queste opere si debbano conservare nei luoghi e per le comunità per le quali sono state realizzate. Questo il ruolo della politica, questa l’ indicazione chiara dell’ articolo 9 della nostra Carta Costituzionale!».
(490)