L’ex Regina Margherita di Messina come non lo avete mai visto: il reportage di Cristiano La Mantia

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Succede che facendo la consueta rassegna stampa si inciampi in un luogo abbandonato di Messina. Succede con il reportage all’interno dell’ex Ospedale Regina Margherita, di Cristiano La Mantia, di Liotrum Urbex Sicilia e componente del progetto Ascosi Lasciti. Questo lavoro fotografico ci permette di recuperare la memoria e la storia di uno spazio, a pochi passi dal Museo Regionale della città dello Stretto e oggetto di un progetto regionale annunciato ma mai partito, sulla possibile realizzazione di una Cittadella della Cultura.

Ma andiamo con ordine, da Cristiano, fotografo professionista, ci facciamo raccontare di Liotrum Urbex Sicilia. «Il progetto nasce sette anni fa al fine di far conoscere i luoghi dimenticati della nostra Isola. Abbiamo deciso di entrare a far parte del progetto Ascosi Lasciti perché ne sposiamo i fini. Crediamo – racconta Cristiano – che, attraverso l’impegno di tutti, le cose (le sorti di una terra amara come la nostra) si possano cambiare e il progetto Ascosi Lasciti, come Liotrum Urbex Sicilia, si impegna nella riscoperta del territorio, mettendo in luce i luoghi dimenticati che in molti casi hanno un valore storico e un possibile sviluppo in ambito di utilità sociale».

Ascosi Lasciti, infatti, nasce nel 2010, da un’idea del regista e autore tv Alessandro Tesei. Il progetto è interamente dedicato alle infrastrutture in stato di abbandono, grazie al lavoro di squadra di un team ramificato su tutto il territorio, perché non è un problema solo messinese o siciliano, ma riguarda tutto il Paese. Su Ascosi Lasciti, troverete, infatti, tutti quei posti che narrano «l’Italia nascosta».

I luoghi dell’abbandono

Arriviamo quindi al reportage realizzato all’interno del Regina Margherita di Messina, che non è il primo luogo scoperto da Cristiano. «Ho fotografato oltre cento luoghi abbandonati in Sicilia. La tipologia – continua a raccontarci – è sempre diversa: ville abbandonate, borghi, industrie, complessi sportivi, alberghi. Diciamo che mi lascio affascinare da tutte le tipologie di patrimonio abbandonato, i “lasciti nascosti” per l’appunto, che trovo durante le mie esplorazioni.

Le motivazioni che portano all’abbandono di un edificio, inteso genericamente, sono molteplici: nel caso di una villa, il più delle volte, sono diatribe tra eredi o costi troppo alti di manutenzione. Sempre i costi alti di manutenzione o smantellamento di un’industria portano inesorabilmente all’abbandono.

In altri casi, dipende dall’ignoranza di chi non conosce il patrimonio che ha in mano e se ne disinteressa perché complicato da gestire. Capiamo che la soluzione possa essere complicata, ma immaginiamo che attraverso l’interesse e l’impegno di chi crede di poter cambiare le cose allora una via d’uscita esista. Crediamo che con la cultura si possano portare benefici e sviluppare introiti per il territorio, basta solo guardare al di là degli schemi sino a oggi conosciuti e mettere da parte inutili campanilismi e meri interessi personali.

Ogni luogo abbandonato trasmette sensazioni diverse e per questo è difficile sceglierne uno in particolare ma una villa completamente affrescata che si trova dalle mie parti e una grande miniera hanno colpito fortemente il mio interesse e, ancora dopo anni, ricordarne l’esplorazione mi suscita particolare emozione».

Il Regina Margherita di Messina

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Le foto realizzate da Cristiano La Mantia negli ex locali del Regina Margherita di Messina parlano da sole. Intanto, come accennavamo, a maggio del 2020, il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci aveva detto «Messina avrà la sua Cittadella della Cultura», individuando come luogo ideale proprio l’ex nosocomio, realizzato nel 1909.

Su sottoscrizione del prefetto di Messina, l’ex Regina Margherita venne realizzato prima in baracca e poi in muratura. Originariamente contava, su una superficie di 14.000 mq e di centoquaranta posti letto, manteneva i servizi del vecchio ospedale, compreso il Pronto Soccorso e il reparto di Rianimazione. Nel 1937 venne poi ampliato.

Ascosi Lasciti

Se avete voglia di esplorare e riprendere il filo, perduto, della memoria, da due anni è nata l’Associazione Culturale Ascosi Lasciti che sostiene i progetti di recupero di beni abbandonati. A questo questo link per iscriversi.

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