«La vera valorizzazione? Passa dalla collaborazione tra gli Enti». In queste poche battute potremmo sintetizzare l’intervento di Paolo Alibrandi, segretario della Proloco Capo Peloro, che abbiamo intervistato riguardo il possibile e necessario recupero dell’area del Lanternino di Torre Faro.
Più di una volta durante questa estate, ormai agli sgoccioli, è stato denunciato lo stato di semiabbandono dell’area di Capo Peloro più vicina al “Pilone”, una delle zone più belle e iconiche della nostra città.
Sono stati tanti i cittadini che hanno manifestato il loro sdegno attraverso i social network denunciando l’incuria che sembra regnare sovrana da quelle parti.
C’è chi, fortunatamente, non si ferma al commento sui social network e decide di passare all’azione nell’interesse della collettività. Sono i ragazzi della Proloco Capo Peloro che da tre anni cercano di rispondere alle “brutture” derivanti da incuria e inciviltà con la bellezza e la cura della zona Nord di Messina. È quindi naturale chiamarli in causa riguardo il recupero dell’area del Lanternino e, più in generale, del zona turistica in prossima del Pilone.
«L’intento della Proloco – ha detto Alibrandi – è quello di restituire dignità a questa zona di Torre Faro attraverso la valorizzazione storica, sociale e commerciale dell’area». Una missione facile a parole ma che prevede l’interesse da parte del Demanio e un’azione decisa dell’Amministrazione Comunale. Spetta infatti al Comune tirar fuori dai cassetti la documentazione necessaria e «pronta dal 2007», dice Alibrandi, per chiedere la gestione dell’area.
La Proloco si propone come gestore, naturalmente non esclusivo, dell’area. Più di una volta, durante l’intervista, Alibrandi sottolinea come l’operato della Proloco sia orientato non al controllo dell’area, bensì alla tutela e alla salvaguardia di Capo Peloro.
Una volta ottenuti i giusti permessi la valorizzazione dell’area passerebbe dal riportare anche la storia su quelle spiagge. I più anziani ricorderanno, infatti, che fino al 2010 sotto il Lanternino, sotterrati dalla sabbia, erano posti tre cannoni navali datati tra il Seicento e il Settecento. I cannoni sono al momento al Forte San Salvatore in attesa di una collocazione più consona.
Se non fosse possibile portare i cannoni sarebbe bello collocare almeno un monumento che possa ricordare la storia che è passata da lì. In questo modo l’area diventerebbe interessante non solo per i bagnanti che scelgono di rinfrescarsi nelle acque dello Stretto in estate.
Uno dei sogni di Alibrandi, e di tutta la Proloco, è includere il Lanternino in un percorso turistico strutturato rendendo così l’intera area attraente per i turisti e i cittadini 365 giorni l’anno.
Sappiamo che i progetti su Capo Peloro sono tanti, così come tante sono le cose da fare. Ci auguriamo che dalla carta questi progetti possano vedere la luce, e che tutto ciò possa accadere presto. Impossibile? No, se tutto passa da una reale collaborazione tra tutti gli Enti.
Foto in evidenza di F.Stagno D’Alcontres
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Egregi Signori,
avete mai visto la Torre di Tokyo ? Essa è alta metri 333.
andate a visionare il sito: http://sakuramagazine.com/tokyo-tower-la-torre-di-tokyo-parte-1/
Non sarebbe una idea meravigliosa dare in concessione il “Pilone” di Torre Faro a privati per realizzare quello che è stato fatto a Tokyo; pensate un po’ che dal 1958 ad oggi è stata visitata da oltre 150 milioni di persone!!! ENTREREBBE NEL GUINNESS DEI PRIMATI, con un ritorno spettacolare sulla economia locale e della città di Messina
Cordiali saluti,
Pino Burrascano