Crediti mai riscossi e bilanci “farlocchi”: questa la verità di Cateno De Luca sul caso AMAM Messina, esposta come di consueto sulla propria pagina Facebook da cui, a seguito di una riunione con il CdA, il Primo Cittadino punta il dito contro la precedente Amministrazione Comunale.
«Dall’analisi svolta dal Consiglio d’Amministrazione, dalla quale è scaturito il bilancio 2018 approvato nella stessa giornata di oggi – scrive infatti De Luca –, si è potuto accertare come vi siano crediti oramai prescritti per 23.432.854,36 euro. (Nessuno ha fatto nulla per riscuoterli). Tale importante criticità, mai sollevata dalle precedenti gestioni amministrative, necessita di correttivi pesanti in termini di accantonamento al fondo svalutazione crediti senza i quali l’azienda non avrebbe di certo potuto continuare a gestire il servizio essendosi creata una voragine appositamente occultata».
Insomma, stando a quanto riportato dal Primo Cittadino la gestione passata di AMAM non sarebbe stata portata avanti all’insegna della trasparenza e della correttezza: «Si è continuato – afferma il Sindaco di Messina – a produrre danni simulando bilanci che producevano utili farlocchi poi inseriti nel piano di riequilibrio del Comune per circa 20 milioni di euro suddivisi per gli anni di vigenza dello stesso piano di riequilibrio. Si cercava di salvare Messina rubando i farlocchi utili di AMAM in quanto gli stessi dovevano essere perlomeno accantonati al fine di aumentare il fondo di rischio».
Fatto, quest’ultimo, che sarebbe documentato nero su bianco «nelle relazioni dei revisori del 2015 -2018 che testualmente recitavano “Il collegio ritiene, con riferimento alla proposta dell’Organo Amministrativo circa la destinazione del risultato d’esercizio (utile), che sarebbe opportuno che il Socio valuti l’opportunità di accantonare a riserva, anche parzialmente, l’utile di esercizio conseguito, tenuto conto di quanto precedentemente segnalato da quest’organo con riguardo ai rischi di inesigibilità gravanti sui crediti esposti in Bilancio”».
«L’AMAM – prosegue – continuava a generare crediti farlocchi che nessuno avrebbe potuto esigere a causa di una gestione scriteriata dei bilanci precedenti mentre l’Amministrazione comunale si pagava i debiti sui falsi utili dell’azienda».
In considerazione di quanto rilevato, il sindaco si chiede quindi «come potevano mai attuarsi tutti quei bei progetti dei precedenti Piani Industriali, se gli utili di AMAM (che non esistevano nemmeno) venivano destinati per pagare i debiti del Comune?»
E nel ricordare i progetti in cantiere e in finanziamenti stanziati dell’attuale Amministrazione e la volontà di portare Messina l’acqua 24 ore su 24 chiude la propria “denuncia” sottolineando che: «Il socio unico di AMAM (il Comune di Messina) ha ripristinato la legalità dei bilanci di AMAM, perché la stessa non dovrà più riconoscere al Comune i circa 20 milioni di euro per il piano di riequilibrio è così si potrà dare una svolta vera alla gestione del servizio idrico per Messina».
«Questi sono fatti – conclude Cateno De Luca attaccando duramente l’Amministrazione Accorinti e la precedente gestione di AMAM –, il resto è il canto del cigno di chi ha giocato per cinque anni sulla pelle della città».
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