Anche i librai “in rivolta”, minacciano di non fornire più i libri per la scuola in vista del prossimo anno scolastico. I ragazzi rischiano di ritrovarsi davanti a un banco vuoto. Il motivo di questa “scelta forzata” è da ricercare nei ritardi dei rimborsi delle cedole librarie, che incidono fortemente sui bilanci delle imprese. Proprio oggi i librai scenderanno in piazza a Palermo per denunciare la gravità della situazione.
I primi a protestare sono stati appunto quelli del capoluogo, che non hanno più erogato i libri agli studenti delle scuole medie. Da qui però la protesta potrebbe dilagare ed estendersi all’intera isola. A farne le spese anche i bambini delle elementari. A questo punto, se non vorranno correre il rischio di mandare i propri figli a scuola senza i libri fondamentali per la loro educazione, dovranno essere le famiglie a farsi carico dell’acquisto dei testi. Chiaramente si creerebbe un disequilibrio tra chi può permettersi la spesa e chi invece farebbe grande difficoltà, perché economicamente impossibilitato.
L’educazione scolastica è un diritto, tutti dovrebbero averne accesso, ma anche il grido di protesta di chi lavora, con tanti sforzi, e cerca di tirare avanti non può rimanere inascoltato. Tocca ora alle istituzioni, in questa particolare congiuntura economica, trovare una soluzione per garantire questi due sacrosanti diritti: studio e lavoro.
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