Andrà in scena, il 4 marzo alle 21 e il 5 marzo alle 18, alla Sala Laudamo, “Pupetto ed io. Il maestro è nell’anima”, lo spettacolo teatrale di Maurizio Marchetti, regista e attore di cinema e teatro, reduce dall’ultimo successo del film di Pif, “In guerra per amore”.
“L’opera – si legge nel comunicato stampa- è un omaggio al maestro Donato Castellaneta, in arte Pupetto, una prima assoluta, ideata per la rassegna teatrale “Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena”, prodotta da Qa-QuasiAnonimaProduzione, quest’anno dedicata ai Maestri. In scena con Maurizio Marchetti anche Tony Canto e Giancarlo Parisi, per uno spettacolo fuori dagli schemi che racconta un uomo altrettanto fuori dagli schemi, uno spettacolo fatto di ricordi e aneddoti, ricco di tante immagini e di video e contributi di amici a lui cari come Francesca Cannavò, Oreste De Pasquale, Antonio Alveario, Vincenzo Bonaventura, Gianni Cavina, Elio Crifò, Cecilia Foti, Antonio Lo Presti, Totò Onnis, Gian Paolo Poddighe, Giovanni Renzo, Maria Serrao, Fabrizio Spedale, Nella Tirante. ‘L’antidiplomatico Donato “Pupetto” Castellaneta – spiega Maurizio Marchetti – messinese d’adozione (odiava ed amava questa città come solo lui era capace di fare), sarà celebrato senza celebrazioni, sarà amato senza effusioni, sarà ricordato senza compianto, sarà carezzato senza compiacimenti. ‘Senza’ è la parola che più si addice a queste serate, soprattutto senza retorica, concetto che Pupetto aborriva, ha aborrito per tutta una vita e una morte permeata dalla coerenza’.
Pupetto è stato un attore e regista poliedrico, la cui carriera teatrale è segnata dall’incontro con Leo De Berardinis. Insegnante all’Accademia dell’Inda ai tempi di Giusto Monaco, è stato impegnato a Messina come formatore per diversi anni, in ultimo nella Scuola di Avviamento alla recitazione al Teatro Vittorio Emanuele, di cui proprio Marchetti era direttore, oltre che docente. Pupetto a attraversato la seconda metà del ‘900 con la sua attività anche cinematografica, recitando, tra l’altro, ne ‘La dolce vita’ di Federico Fellini (1960), ‘La mandragola’ di Alberto Lattuada (1965), ‘La classe operaia va in paradiso’ di Elio Petri (1971), ‘Pinocchio’ (2002) e ‘La tigre e la neve’ (2005) di Roberto Benigni”.
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