E’ nato nella città dello Stretto il cinema sonoro italiano. Un’invenzione epocale che ha segnato il passaggio dal muto al sonoro merito del messinese Giovanni Rappazzo.
Formatosi all’interno del cinema gestito dal fratello nei primi anni del ‘900, Rappazzo fu autore di un brevetto grazie al quale vide la luce la prima pellicola a impressione contemporanea fatta di immagine e suoni.
Scoperta epocale che però non venne compresa dai contemporanei.
L’intuizione di Rappazzo non destò l’interesse né di acquirenti né di finanziatori, anche a causa della lotta intrapresa dall’industria del muto e del periodo difficile nel quale visse il regista, tra il terremoto di Messina del 1908 e la Prima Guerra Mondiale.
Gli spezzoni della nuova pellicola realizzati da Rappazzo, in Italia e all’estero con il nuovo strumento, furono però trafugati negli Stati Uniti, dove contribuirono a creare il cinema sonoro americano.
L’incredibile storia di un genio siciliano, morto a Messina nel 1995 all’età 102 anni, è stata raccontata attraverso trasmissioni televisive e documentari, tra questi una testimonianza ritenuta perduto e recuperato ad opera di Fortunato Misiano.
Sarà dedicata all’inventore del cinema sonoro, insignito dell’onoreficienza di Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana e paragonato al creatore del telefono Antonio Meucci, la quarta giornata dell’Art Sicily Est Festival di Catania, che proporrà anche un incontro alla presenza della nipote di Rappazzo, Caterina Pappalardo Fogliani che ha già finito di scrivere un libro sulla vita del nonno, insieme ai critici Nino Genovese e Franco La Magna.
Tra le pellicole che saranno presentate nel corso degli eventi anche la presentazione del documentario fuori concorso “Adolfo Celi. Un uomo tra due culture”, del regista e produttore Leonardo Celi dedicato al padre scomparso.
Tra i film in concorso per la sezione Documentari il festiva proporrà: “Pasta amara” di Ivano Fachin, “Era Ducrot” di Sergio Ruffino e Martina Amato e “A cavallo di un cavillo” di Felice Laudadio con Andrea Camilleri; seguono i fuori concorso “Lo chiamavano Zecchinetta” di Nicola Palmeri sul noto attore Tano Cimarosa; “Uomo di carta” e “Deadline” di Massimo Coglitore; “Deserto grigio” di Maria Arena e Salvatore Palatella.
Per la sezione lungometraggi concorreranno: “Più buio di mezzanotte” di Sebastiano Riso e “Libera me” di Piero De Luca in anteprima.
In mattinata la presentazione dell’archivio Filmico Siciliano a cura di Sergio Ruffino e il workshop del regista siciliano Nicola Palmeri “In effects – Dentro gli effetti, come si elaborano le immagini”.
Per la sezione Cortando, “Il mare interiore” di Valentina Pellitteri e Dario Guarnieri; per categoria Mediometraggi “Lo sposalizio” di Francesco Lama, “Con gli occhi di un altro” di Antonio Raffaele Addamo, “Il matrimonio” di Tilde Di Dio e “Terra vagnata” di Aldo Botano; la sezione Videoclip: “Ricami e Rum” di Francesco Maria Attardi. Infine i fuori concorso: “Io faccio il rock” di Domenico Costanzo con Ornella Giusto; “Sub – cosciuness” di Nicolò Piccione; “Himera Christian Reiner” di Chiara Andrich e Valentina Pellitter; “Magara” di Tilde Di Dio.
Intanto ieri un caloroso applauso ha accolto la prima nazionale del nuovo documentario “Alicudi nel vento”, alla presenza del regista Aurelio Grimaldi e del direttore artistico Anna Maria Mazzaglia Miceli; “Pupus ex machina” con il regista Massimiliano Grassia; la pellicola riedita “Amor nello specchio” di Salvatore Maira; “Ore diciotto in punto” con un’approfondita intervista al regista Giuseppe Gigliorosso, e il produttore Luigi Piccirilli di “Transeuropae Hotel” di Luigi Cinque.
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