Gli avvocati messinesi Lidia Dimasi e Giuseppe Cavallaro hanno vinto in Consiglio di Stato e sono così riusciti a mettere in discussione un principio cardine espresso dall’Adunanza Plenaria nel marzo del 2015, episodio generalmente assai raro, con un impatto generale sulla preparazione dei bandi per le gare d’appalto per i lavori pubblici.
Nello specifico i due legali hanno difeso la “Kermes”, società romana impegnata in opere di restauro dei beni artistici, che si era vista prima aggiudicato e poi revocato un importante appalto a causa della mancata indicazione degli oneri di sicurezza (attività svolta dal servizio protezione e prevenzione rischi, attrezzature di lavoro, sorveglianza sanitaria ecc…).
Il TAR di Roma, a cui si era rivolta la Kermes per chiedere la sospensione del provvedimento, in sede di ordinanza si era proprio rifatta all’Adunanza Plenaria che il 20 marzo 2015 aveva stabilito che “i concorrenti alle gare di appalto di lavori pubblici hanno l’obbligo di indicare nell’offerta, anche se non richiesto dal bando di gara, gli oneri di sicurezza aziendali”.
Ma in appello, invece, hanno prevalso le ragioni portate avanti da Dimasi e Cavallaro che hanno sollevato alcuni rilievi in relazione a quanto espresso dall’Adunanza Plenaria in tema di oneri della sicurezza, rilevando che i limiti di quella sentenza derivano dal contrasto con il diritto comunitario, precisamente con i principi “di tutela del legittimo affidamento e certezza del diritto, unitamente ai principi di libera circolazione delle merci, libertà do stabilimento e di libera prestazione di servizi, di cui al trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea”.
Seguendo, evidentemente tra l’altro, il principio della prevalenza del diritto comunitario sul diritto interno degli Stati membri, il Consiglio di Stato ha così accolto l’istanza dei due legali messinesi riformando la decisione del TAR e discostandosi dall’orientamento espresso dall’Adunanza Plenaria.
In attesa della sentenza, si tratta certamente di una vittoria di estremo valore sotto il profilo giuridico e che in parte stravolge tutto il sistema delle gare d’appalto per i lavori pubblici nella preparazione dei bandi spesso poco chiari e sulle cui lacune si innescano aspre battaglie legali.
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